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Dal 2009 i curriculum dei chirurghi saranno in rete

Medicina Generale Redazione DottNet | 17/09/2008 21:44

Renato Brunetta, vuole rendere pubblici anche i curriculum e gli score professionali dei chirurghi.

 Lo ha annunciato lo stesso ministro intervenendo a Radio Radicale e scatenando subito la reazione del mondo medico. Il ministro si e' chiesto, infatti, perchè uno deve leggersi tutto sullo yogurt o sul succo di frutta e poi non sapere nulla su chi ti opera. ''Se è bravo o no, se è un macellaio, quanti ne ha ammazzati''. Secondo Brunetta, questa ''pubblicizzazione'' non dovrà limitarsi al campo sanitario, ma riguardare anche altre professioni come, per esempio, i maestri. Immediata la risposta del segretario nazionale dei medici fra i quali Umberto Veronesi. ''Sono d'accordo con Brunetta sul fatto che il cittadino vada informato meglio, ma le informazioni da rendere trasparenti non dovrebbero essere limitate ai curricula e ai punteggi e alle pubblicazioni scientifiche'' ha detto il medico ora anche sentore Pd. ''Non contano solo i singoli medici, ma contano anche le istituzioni nelle quali essi lavorano. Un chirurgo - ha aggiunto - può essere bravissimo, ma se opera in una struttura poco organizzata oppure organizzata alla vecchia maniera, senza alcuna attenzione alla centralità della persona il rischio per il paziente di non avere un buon trattamento rimane''.

''Sconforto e preoccupazione'' sono state invece la parole del presidente dell'Ordine nazionale dei medici, Amedeo Bianco, per le espressioni usate dal ministro. ''L'intenzione di voler pubblicare i curricula dei chirurghi, ci ha lasciati sorpresi e amareggiati'', ha spiega Bianco. ''Leggere dalle Agenzie che la volontà di rendere trasparenti i curricula medici viene espressa dal Ministro come si trattasse di sapere se un chirurgo 'è bravo o no, se e' un macellaio, quanti ne ha ammazzati', ha impresso in tutta la Federazione e nei medici italiani lo sconforto preoccupato di una professione che fa della qualità un tema di continua attenzione e puntuale formazione. Per questo prendiamo le distanze dai toni e dalle parole gravi che gettano un'ombra sinistra e indistinta su una professione che tanto dà alla società civile tutta''.
Anche l'Anaao Assomed, il più rappresentativo dei sindacati medici pubblici, ha preso le distanze. Il segretario nazionale Carlo Lusenti ha infatti precisato che ''l'area della dirigenza medica è l'unica nel pubblico impiego a prevedere nei contratti di lavoro ben due organismi di valutazione e a applicare provvedimenti valutativi. Se si vuole rendere trasparenti le competenze professionali, tradizione peraltro già in uso negli Stati Uniti, ha concluso, vanno resi noti anche l'orario di lavoro e l'effettivo impegno che ogni medico dedica alla professione''. ''Non servono - ha rincalzato il segretario dei medici della Cgil, Massimo Cozza - se non alla propaganda politica, i toni inquisitori ed offensivi del Ministro Brunetta che alzano solo polveroni e gettano allarme e discredito contro medici e chirurghi, quotidianamente impegnati ad operare negli ospedali. Il tempo è galantuomo, e la verità su chi vuole realmente far funzionare il pubblico per garantire i diritti ai cittadini, verrà a galla. Speriamo che non sia troppo tardi''. Favorevole invece l'associazione di tutela dei diritti del cittadino, CittadinanzAttiva, che ha puntato l'attenzione sull'indice di umanità del medico, che andrebbe pubblicizzato nel curriculum tra gli 'score professionali'. Per Teresa Petrangolini, segretario generale Cittadinanzattiva, ''un chirurgo si giudica bravo, dal punto di vista del cittadino, non solo per gli esiti favorevoli delle operazioni ma anche per la correttezza e l'umanità nei confronti del paziente''. Francesco Musumeci, medico chirurgo dell'ospedale San Camillo di Roma si trova invece plaude apertamente con la proposta del ministro Brunetta:''l'utente ha il diritto di sapere chi lo opera''. Tutto quello che ha come obiettivo il miglioramento della vita del paziente, è un buon contributo, ha aggiunto Mesumeci, che ha lavorato per 15 anni in Inghilterra, dove si pubblicizzano anche i dati relativi ai diversi centri ospedalieri.

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