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Da Bari la mappa italiana dell'artrite a diagnosi precoce

Ortopedia Adelaide Terracciano | 19/03/2010 16:26

La rete degli specialisti italiani dell'artrite, nata per individuare le strategie di intervento precoce capaci di impedire alla malattia di evolvere verso quadri invalidanti, si riunisce a Bari per tracciare il primo bilancio di un'attività che già allinea il nostro Paese alle più importanti realtà europee.
Il Congresso Gisea (Gruppo italiano per lo studio dell'early arthritis), che si apre domani, consentirà di valutare i dati provenienti da 14 centri italiani, permettendo di delineare la prima rappresentazione nazionale della diffusione dell'artrite in forma iniziale. Una novità che sarà presentata nel corso della riunione scientifica - annuncia una nota - è la nascita del Registro Early, un nuovo importante strumento che si affiancherà al Registro Gisea, entrato a far parte del database europeo Meteor. Tutti i pazienti che saranno inseriti in questo Registro hanno avuto una diagnosi della malattia in uno stadio molto iniziale, in modo da avviare uno studio prospettico che consenta di stabilire in che modo le terapie più moderne modificano la storia naturale della patologia, sbarrano la strada alla comparsa delle invalidità e consentono il completo inserimento attivo nella società.

"Lo strumento del registro è fondamentale - spiega Giovanni Lapadula, presidente del Gisea - non solo per comprendere meglio la realtà che abbiamo di fronte, ma per poter analizzare in modo più esatto l'impatto e l'appropriatezza della terapia. Il nostro sforzo è teso a verificare in che modo le misure terapeutiche instaurate precocemente hanno effetto e poi seguire nel tempo l'evoluzione dell'artrite precoce. In sostanza vogliamo dimostrare se veramente i farmaci biologici, impiegati nelle fasi iniziali, modificano l'evoluzione della malattia e consentono il reinserimento sociale del paziente". La ricerca avviata dal gruppo di lavoro, in questa prima fase - spiega ancora la nota - punta a una definizione più precisa dei risultati ottenuti attraverso il cambiamento del tipo di farmaco nella fase iniziale della malattia, alla valutazione dell'efficacia della terapia biologica nelle persone obese e allo studio dei profili di efficaci e sicurezza negli anziani over 65.


Questi tre temi principali sono stati individuati prioritariamente poiché rappresentano tre tipologie non sufficientemente sviluppate finora negli studi clinici. Altri studi attualmente in corso sono dedicati al profilo di efficacia dei farmaci biologici nelle artriti sieronegative non reumatoidi e all'applicazione delle linee guida.
L'artrite va aggredita prima che si manifesti il danno permanente alle articolazioni. Oggi sono finalmente disponibili nuovi test su sangue e nuovi farmaci. La strategia contro una delle malattie più invalidanti cambia radicalmente e punta alla diagnosi precoce. In tutto il mondo si chiama 'Early Arthritis', artrite iniziale, il nuovo bersaglio dei reumatologi, che diventa anche un traguardo e insieme una nuova sfida proposta anche ai medici di famiglia perché venga condivisa con gli specialisti.

Fonte: AdnKronos

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