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L’ Acido Zoledronico previene la perdita ossea farmaco-indotta in donne in postmenopausa con cancro al seno

Ortopedia | 22/03/2010 18:03

Le donne in postmenopausa con tumore al seno sottoposte a terapia adiuvante con inibitori dell’aromatasi sono a rischio di accelerazione della perdita ossea e di successive fratture.
Uno studio effettuato presso il Magee-Womens Hospital dell'University of Pittsburgh Cancer Institute, ha valutato l’efficacia e la sicurezza dell’Acido Zoledronico nella prevenzione della perdita ossea farmaco-indotta. Le donne in postmenopausa con tumore alla mammella in fase precoce ER (recettore dell’ormone) positivo trattate con terapia adiuvante a base di Letrozolo, sono state assegnate in modo casuale a ricevere 4 mg di Acido Zoledronico per via endovenosa ogni 6 mesi per 5 anni con inizio anticipato o ritardato.

È stata scelta la somministrazione ritardata in caso di discesa del T score per la colonna lombare o l’anca al di sotto di –2,0 o in caso di manifestazione di frattura non-traumatica.
L’endpoint primario era rappresentato dal confronto del cambiamento della densità minerale ossea della colonna lombare a 12 mesi tra i due gruppi rispetto al basale; gli endpoint secondari, misurati a tempi prefissati, includevano i cambiamenti nella densità minerale ossea dell’anca e della colonna e i marcatori del turnover osseo, l’incidenza di fratture e il tempo alla recidiva di malattia.


In totale 301 pazienti sono stati assegnati a ciascun gruppo.
Al mese 36, la differenza assoluta nella densità minerale ossea media di colonna lombare e anca tra i gruppi a inizio anticipato e ritardato è stata di 6.7% e 5.2%, rispettivamente ( P<0.0001 per entrambe ).
Benchè lo studio non fosse stato disegnato per mostrare l’efficacia contro le fratture, l’incidenza di queste ultime è risultata leggermente più elevata nel gruppo con inizio ritardato ( anticipato 5.
7% versus ritardato 6.3% ) anche se i risultati non sono risultati statisticamente significativi ( P = 0.8638 ).
La piressia ( 9% vs. 2%; P = 0.0002 ) e il dolore osseo ( 13% vs. 6.7%; P = 0.01 ) sono risultati più comuni nei pazienti sottoposti a trattamento a inizio anticipato; la tosse ( 4,3% vs. 9%; P = 0.03 ) in quelli con trattamento a inizio ritardato.
Non sono stati osservati casi di disfunzione renale grave o di osteonecrosi della mandibola.
La ricorrenza di malattia si è verificata nel 3% dei pazienti trattati con inizio anticipato e nel 5.3% di quelli con inizio ritardato ( analisi di Kaplan-Meier, P = 0.127 ), con una riduzione assoluta del 2.3%.
In conclusione, il trattamento anticipato con Acido Zoledronico è più efficace nella prevenzione della perdita ossea associata a inibitori dell’aromatasi in donne in postmenopausa con carcinoma della mammella in fase precoce rispetto alla terapia con inizio ritardato fino al sopraggiungere di una perdita ossea sostanziale o di fratture.
 

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