Trentasei corsi in tutta Italia, da Nord a Sud, per addestrare i medici impegnati nella cura del dolore. Iniziano venerdì gli incontri 'Map' (Managing Pain, orientarsi nella terapia del dolore), accreditati Ecm e organizzati nell'ambito del programma internazionale di educazione e sensibilizzazione 'Change Pain', co-promosso da Efic (European Federation of Iasp Chapters, la federazione europea delle associazioni scientifiche che si occupano di cura del dolore) e dall'azienda farmaceutica Grunenthal. Il primo appuntamento è a Caserta l'11 giugno; seguiranno Brescia, Alessandria e Catanzaro, quindi le altre tappe, per tutto il 2010.
La legge 38/2010 sulle cure palliative e la terapia del dolore - sottolineano in una nota i promotori dell'iniziativa - ha fatto fare un salto culturale al nostro Paese che, da fanalino di coda in Europa, oggi e' dotato di una legge innovativa che molti altri Paesi europei ci invidiano e prendono ad esempio. Ora la sfida è favorire operativamente quel cambiamento culturale nella classe medica, chiamata a trattare il dolore in modo che la legge possa trovare il terreno più favorevole alla sua piena applicazione. Lo stesso ministero della Salute ha riconosciuto la rilevanza del problema formativo, e ha intrapreso una serie di iniziative educazionali dedicate sia ai medici specialisti che ai medici di medicina generale.
Proprio per contribuire alla diffusione di una nuova "cultura senza dolore" è stato avviato Map, che intende affrontare con i medici specialisti i due aspetti chiave per assicurare una terapia del dolore ottimale: la relazione medico-paziente e il percorso diagnostico-terapeutico.
"Un buon rapporto medico-paziente è sempre auspicabile per affrontare al meglio qualsiasi tipo di malattia - afferma Egidio A. Moja, ordinario all'universita' degli Studi di Milano, psicologo, psichiatra e responsabile didattico di Map - ma quando si tratta il dolore, cronico o acuto che sia, l'alleanza tra medico e paziente è vitale perché il dolore, oltre a minare profondamente la vita del paziente, è 'segno della malattia che parla' e come tale porta con sé un pesante carico di timori e preoccupazioni". Per questo "è necessario costruire un ponte comunicativo tra medico e paziente, al quale quest'ultimo potrà affidarsi nella lunga lotta al nemico-dolore".
I corsi si basano dunque su un'attività di coaching, per promuovere l'empatia e la relazione con il paziente, ma anche sull'approfondimento delle alternative terapeutiche e sull'analisi comparata dell'impiego in Italia e in Europa dei farmaci oppiacei.
Medicinali che nel nostro Paese fanno registrare un consumo modesto, lontano dalla media nelle altre nazioni europee, ricordano i promotori dell'iniziativa. I contenuti formativi di Map sono stati messi a punto da un team multidisciplinare di super-esperti nel trattamento del dolore, che hanno voluto mettere a disposizione dei colleghi le loro esperienze.
Al progetto partecipano infatti le società scientifiche di riferimento dei medici oncologi, reumatologi, di terapia del dolore, anestesisti, palliativisti, geriatri, neurologi e medici di medicina generale. "Obiettivo ultimo - conclude Moja, che di recente ha ricevuto il Premio Tiziano Terzani per l'umanizzazione della medicina - consentire ai pazienti con malattie dolorose un più agevole accesso a una classe di farmaci che è in grado di migliorare significativamente la loro qualità di vita. Per troppo tempo - riflette lo specialista - il dolore è stato considerato un sintomo ineluttabile. Oggi invece è dimostrato che il suo trattamento è una necessità etica" e che il dolore "è una malattia da curare".
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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