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Nel Lazio nasce distretto tecnologico delle bioscienze

Medicina Generale Redazione DottNet | 31/07/2008 14:57

Ricerca e innovazione nel settore della farmaceutica, dei dispositivi medici, delle neuroscienze, dell'Ict per la biomedicina, dell'agroalimentare e delle nanotecnologie per la salute.

Queste le parole d'ordine del Distretto tecnologico delle bioscienze (Dtb) del Lazio, che partirà a breve con un maxi-finanziamento di 77 milioni di euro. Su proposta dell'assessore regionale allo Sviluppo economico, ricerca, innovazione e turismo, Claudio Mancini, la Giunta Marrazzo ha infatti destinato 37 milioni di euro all'avvio di una serie di azioni mirate a sostenere piccole e medie imprese, ai quali si aggiungono 10 milioni e 400 mila euro di fondi Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) e altri 30 di fondi del ministero dell'Università e ricerca.

Dell'iniziativa, che sarà presentata ufficialmente il 28 maggio, si è parlato a Roma in occasione del convegno 'Pharma Finance 2008'.
"Il Distretto tecnologico del Lazio - ha spiegato il project manager dell'iniziativa, Paolo Occhialini della Finanziaria locale di sviluppo (Filas), ente incaricato di coordinare le varie azioni messe in campo - si concretizza in una vera e propria politica pubblica decisa dal Ministero dell'Università e della ricerca e dalla Regione Lazio.
E' potuta partire dopo la firma di un accordo di programma quadro siglata fra questi interlocutori e il ministero dello Sviluppo economico, lo scorso 4 aprile. Il Distretto mette dunque in campo una serie di azioni, sei di queste finanziate da fondi regionali (47 milioni di euro) e tre programmati dal Ministero dell'Università e ricerca (30 milioni) per un totale di 77 milioni di euro distribuiti in tre anni. Concretamente verranno messe in campo azioni in parte di 'call', cioè bandi di gara tipo per progetti presentati da Pmi in collaborazione diretta e obbligatoria con organismi di ricerca, in parte azioni 'top-down', cioè decise dalla Regione. In questo caso vengono preventivamente individuati organismi che si pensa di dover sostenere perchè hanno già garantito la loro valenza e qualità e hanno ottenuto importanti risultati in ricerca, come il Polo delle neuroscienze con capofila l'Istituto europeo per la ricerca sul cervello (Ebri).
 

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