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Verso fegato “di ricambio”, creati innesti artificiali in laboratorio

Gastroenterologia | 15/06/2010 12:47

Nuovi passi avanti nella creazione in laboratorio di 'pezzi di ricambio' per il corpo umano. Un team guidato dai ricercatori del Center for Engineering in Medicine del Massachusetts General Hospital (Usa) ha sviluppato una tecnica che, assicurano gli stessi studiosi, un giorno potrà permettere la 'crescita' di fegati di ricambio trapiantabili. Nella loro relazione, pubblicata su 'Nature Medicine' online, gli scienziati descrivono l'impiego di tessuto strutturale di fegato di ratto come 'impalcatura' per la crescita del tessuto 'rigenerato' da nuove cellule di fegato.

Risultato? Innesti artificiali di fegato perfettamente funzionanti e trapiantabili, almeno sui ratti. "Avere il microcircolo dettagliato del fegato in un'impalcatura naturale biocompatibile è un grande vantaggio per far crescere tessuto di fegato in un ambiente sintetico", spiega Basak Uygun, autore del lavoro. "La nostra tecnica di 'decellularizzare' gli organi -aggiunge - lascia intatto il sistema vascolare, cosa che facilita il ripopolamento della matrice strutturale e la conseguente sopravvivenza e funzionalità delle cellule epatiche introdotte in un secondo tempo". Il trapianto di fegato è l'unico trattamento efficace per l'insufficienza epatica, ma deve scontrarsi con la carenza di organi da donatore. Una vera sfida per l'ingegneria tessutale e la medicina rigenerativa. Gli sforzi per costruire i tessuti da zero non hanno ancora raggiunto l'obiettivo di arrivare a organi di ricambio trapiantabili, e la sostituzione del fegato - in cui ogni cellula è una piccola fabbrica metabolica che richiede costante contatto diretto con il sistema vascolare - è particolarmente impegnativa. Lo studio descrive il perfezionamento di un approccio già tentato, per la messa a punto di cuori di ricambio nei ratti, nel 2008 dai ricercatori dell'Università del Minnesota. Dal momento che il tessuto del fegato è molto più delicato di quello muscolare del cuore, il team di Uygun ha sviluppato un metodo più dolce per il lavaggio delle cellule viventi fuori dalla matrice strutturale del fegato (composta per lo più di tessuto connettivo, come il collagene).

Dopo che le cellule sono state rimosse, restano intatte sia la struttura lobulare del fegato che la sua matrice extracellulare. Un'impalcatura contenente i segnali biochimici specifici che sarebbero in grado di dirigere le nuove cellule epatiche al posto giusto, per riprendere la loro funzione. Mantenendo inoltre intatta l'intricata rete di vasi sanguigni. Un'altra tecnica innovativa è stata utilizzata anche per reintrodurre gli epatociti, cellule che svolgono la maggior parte delle funzioni principali del fegato, nella matrice 'pulita'. L'impalcatura così ripopolata ha funzionato come un fegato normale per un massimo di 10 giorni in coltura. Inoltre gli innesti sono stati poi collegati con successo al sistema circolatorio di ratti viventi, mostrando un minimo danno cellulare e una normale funzionalità degli epatociti. "Anche se questo studio è molto emozionante e promettente, è un lavoro iniziale, che dimostra la validità di un concetto. Occorrerà molto più lavoro per arrivare a innesti di fegato funzionanti a lungo termine, che potranno essere trapiantati nell'uomo. Non siamo stati in grado di andare al di là di alcune ore nei ratti - ammette Uygun - ma è un grande inizio ".

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Fonte: Adnkronos

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