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Fattori “killer” della fertilità maschile al Congresso mondiale sull'infertilità maschile

Andrologia | 21/06/2010 13:42

Esposizione a pesticidi e metalli pesanti, abitudini errate, come fumo e passione per gli alcolici. Ma anche una dieta troppo ricca di zuccheri e carboidrati, alleata dei chili di troppo. A puntare il dito contro i 'nemici' degli aspiranti papà è Severino Antinori, il ginecologo presidente del Congresso mondiale sull'infertilità maschile, che si è svolto in questi giorni allo Sheraton Golf di Roma. "La sterilità maschile si manifesta dopo almeno un anno di rapporti sessuali non protetti", ricorda Antinori, presidente della World Association Reproductive Medicine (Warm). A insidiare la fertilità maschile "prostatiti, uretriti, orchiti- spiega il ginecologo - Una grande importanza hanno i farmaci o le cure mediche, ma anche l'inquinamento ambientale causato dai cosiddetti distruttori endocrini come pesticidi, metalli pesanti e fenomeni fisici come le radiazioni. Un posto a parte merita il varicocele - aggiunge - spesso sottodiagnosticato". Fra i nemici degli aspiranti padri l'esperto cita poi "le malattie a trasmissione sessuale, seguite da diabete, ipertensione e dalla rara sindrome di Cushing.

Ma anche l'abuso di alcol e droghe oppure l'esposizione prolungata ad arsenico e piombo, i trattamenti chemioterapici o radioterapici e i traumi riportati al testicolo". Dunque cosa consigliare a un aspirante padre? "Al primo posto indicherei sicuramente l'abbandono totale delle sigarette. E' stata dimostrata - sottolinea - la presenza di nicotina e di altre componenti tossiche del tabacco nel liquido seminale. Lo stesso vale per tutti i tipi di droghe e per l'alcol". Antinori raccomanda poi di "riequilibrare quanto possibile il peso, e di verificare l'immunità per la rosolia. Spesso questa malattia non si presenta con segni clinici evidenti e con una sintomatologia ben definita, per cui le infezioni possono passare del tutto inosservate", avverte.

"Soltanto il medico specialista - ricorda - deve prescrivere eventuali farmaci, a seconda dei casi. In genere si ricorre ad antiestrogeni, gonadotropine, testosterone, carnitine, antiossidanti come il trittico di vitamine A, C, ed E, insieme con i folati che hanno funzioni specifiche nelle cellule". Buoni risultati , secondo Antinori, sono stati ottenuti anche da "zinco, selenio, coenzima Q10, glutatione e infine dalla callicreina per migliorare la motilità degli spermatozoi. Ricordo infine che Yee Wong dell'Università di Nijmegen in Olanda ha effettuato un test integrando la dieta con acido folico e zinco. Gli uomini sterili - conclude - hanno così mostrato un incremento del 74% nel numero di spermatozoi sani nel liquido seminale".

Fonte: Adnkronos

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