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Osservatorio per la salute: in città si muore di più, Napoli al top

Medicina Generale Redazione DottNet | 06/07/2010 12:59

La città nuoce gravemente alla salute. In quasi tutte le aree metropolitane italiane, a eccezione di Bologna e Firenze, si registrano, infatti, valori superiori del tasso di mortalità rispetto alla media nazionale, sia per gli uomini che per le donne. E la 'maglia nera' spetta a una delle città più discusse sul fronte ambiente e salute, Napoli. E' quanto emerge dalla prima  edizione del Rapporto Osservasalute Aree metropolitane 2010, presentato  a Roma e redatto dall'Osservatorio nazionale per la salute nelle Regioni Italiane, che ha sede presso l'Università  Cattolica di Roma, coordinato da Walter Ricciardi, direttore dell'Istituto di Igiene della Facoltà di Medicina e Chirurgia.

 Per area metropolitana si intende la delimitazione amministrativa italiana creata con il riordino degli enti locali (legge 142/1990 e seguenti) e, secondo l'ordinamento giuridico, essa  comprende una grande città e i Comuni strettamente legati per questioni economiche, sociali e di servizio, nonché culturali e territoriali. Le aree metropolitane italiane sono a oggi 15: Torino,  Milano, Venezia, Trieste, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Reggio Calabria, Palermo, Messina, Catania e Cagliari.

   Secondo i dati del rapporto, per quanto riguarda l'evoluzione  della mortalità per tutte le cause oltre l'anno di vita, nel periodo considerato (2000-2004) in Italia si osserva un calo generalizzato

(uomini: 128,28 nel 2000 contro 116,99 per 10 mila nel 2004; donne: 79,73 contro 72,36 per 10 mila). Da sottolineare, però, un generale rialzo in seguito all'impennata del caldo nell'estate del 2003, a cui è seguita una marcata riduzione nel 2004. A livello nazionale, nel  periodo 2003-2004, la riduzione della mortalità è stata pari a 7,84%  negli uomini e a 9,92% nelle donne. Ma la città rimane il luogo dove  si muore di più e, analizzando il dettaglio territoriale, il primato  negativo spetta alla provincia di Napoli, dove si registrano i tassi maggiori di mortalità sia per gli uomini (141,84 per 10 mila) che per le donne (94,22), mentre i valori minimi si riscontrano a Firenze  (uomini: 108,15 per 10 mila; donne: 70,15).  "Il quadro è tutt'altro che roseo - ha  rilevato Ricciardi - perché praticamente tutte le aree metropolitane arrancano anche laddove le Regioni di appartenenza appaiono in discreta salute. Un aspetto particolarmente problematico è l'ambiente, la cui garanzia di qualità, così strettamente legata alla salute dei  cittadini, dovrebbe essere tra le azioni strategiche prioritarie da mettere in atto nelle città metropolitane. Invece, al momento, è  proprio l'ambiente urbano a mostrarsi più vacillante, nelle province  del Nord come in quelle del Sud, su cui grava anche, quasi sempre, una cattiva gestione dell'offerta sanitaria". "Il rapporto - ha proseguito l'esperto - fotografa città molto anziane anche in Regioni con una maggiore dinamica giovanile,  metropoli inquinate anche nelle Regioni più salubri, cittadini più o  meno longevi rispetto alla Regione di appartenenza. L'ambiente, invece, risulta costantemente più a rischio, indipendentemente dalla latitudine".   "E' per questo - ha sottolineato che auspichiamo che questo

Rapporto sia il primo contributo a una riflessione e a una conseguente coerente azione di programmazione e di governo delle aree metropolitane, che favorisca modelli di sviluppo maggiormente rispettosi dell'ambiente fisico e sociale, portando così a un  incremento numerico delle 'città sane' come definite dall'Organizzazione mondiale della sanità, in Italia al momento estremamente ridotte”.

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