Sui temi della vita è difficile scansare il duello tra il legislatore, espressione della sovranità popolare, e il magistrato, che ciascuno può chiamare a pronunciarsi allorché ritenga leso un proprio diritto. E men che meno poteva sottrarsi al confronto il Festival di Piacenza, che proprio alle «Questioni di vita» ha dedicato la prima edizione.
Così ieri, in un contesto ricco di eventi e dentro una cornice di pubblico molto incoraggiante, è balzato in primo piano il tema dei poteri e del valore giuridico relativi alle direttive anticipate sulle scelte di fine vita. E mentre da Roma il sottosegretario al Welfare Ferruccio Fazio parlava di una «sostanziale convergenza» sul testamento biologico, nel capoluogo emiliano un vivace dibattito tra il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano e la capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro ha confermato che i passi avanti riguardano, però, solo la condivisione dell'opportunità di arrivare a una regolamentazione, ma nella sostanza non riducono di molto le distanze. «La sentenza della Cassazione sul caso Englaro fa pensare ai giudici come ai padroni della vita», ha detto Mantovano. «Respingo l'idea - ha proseguito - di una supplenza giudiziaria in caso di inerzia del Parlamento. La sovranità è nelle mani del popolo, non dipende dagli esiti di un concorso». Il punto di fondo, ha spiegato Mantovano, è che la vita ha sempre e comunque lo stesso valore, mentre da più parti si accredita la tesi che possono esistere vite di minor valore, ad esempio quando la sofferenza diventa insopportabile «Il vero problema - ha replicato Anna Finocchiaro - è che si assiste a un'oggettivazione del diritto alla vita, che prende forma al di fuori dell'esperienza di ciascuno, in modo separato dal corpo».
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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