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Lo studio, RU486 blocca crescita malattia all'ovaio

Medicina Generale Redazione DottNet | 31/07/2008 15:07

Scienziati della Sanford School of Medicine dell'università del Sud Dakota (Usa) hanno dimostrato che il mifepristone, principio attivo della pillola abortiva Ru486, è in grado di prevenire la crescita delle cellule cancerose nell'ovaio che sopravvivono alla 'classica' chemioterapia. I risultati dei loro studi verranno presentati al meeting annuale dell'American Association for Cancer Research (Aacr), in corso a San Diego.

La ricomparsa delle cellule tumorali fra un ciclo di chemioterapia e l'altro è il principale problema irrisolto nel trattamento del tumore ovarico. Per prevenirlo gli esperti hanno deciso di testare l'efficacia del mifepristone, dato che il farmaco si era mostrato in grado di prevenire la moltiplicazione delle cellule tumorali anche in studi precedenti. "Utilizzando un sistema di coltura cellulare - spiega Carlos Telleria, principale autore dell'indagine - il nostro lavoro è effettivamente riuscito a fornire evidenze scientifiche secondo cui il mifepristone, in combinazione con il chemioterapico cisplatino, ha il potenziale per migliorare l'efficacia delle cure anticancro all'ovaio".

Dalle analisi è emerso che il cisplatino uccide la maggior parte delle cellule cancerose, ma che quelle che sopravvivono e che sono in grado di riprodursi sono state parzialmente annientate dal mifepristone: in pratica, la molecola della RU486 ne ha diminuito la capacità di moltiplicazione, in abbinamento al cisplatino nelle dosi di 5, 10 o 20 mg. E al dosaggio più alto è corrisposta un'azione anticancro più forte: con 20 mg del farmaco, la coltura cellulare è rimasta priva di tracce cancerose per 12 giorni. Si attendono ora altre ricerche in materia.

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