Cresce la polemica dopo il progetto annunciato dal premier Silvio Berlusconi di ''privatizzazione di molti ospedali pubblici''. Vari i pareri contrari - tra chi teme che il privato possa mettere a rischio l'equità dell'assistenza - a partire da quelli dell'oncologo ed ex ministro della Salute Umberto Veronesi e del ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli.
Ma vari esperti del settore puntano l'attenzione anche su un altro aspetto: l'idea di joint venture pubblico-privato, di cui ha parlato il sottosegretario al Welfare Ferruccio Fazio, potrebbe portare nuovi fondi per modernizzare la rete ospedaliera italiana, ormai obsoleta. Il tema ha tenuto banco anche al Festival della salute di Viareggio, con prese di posizione precise: ''Mi sono sempre battuto perchè gli ospedali rimanessero pubblici e la Lombardia - ha affermato Veronesi - ha percorso la strada per realizzare un programma che mette in competizione pubblico e privato, perchè sostiene che anche il pubblico se ha concorrenza del privato si riorganizza. Ma il problema - ha aggiunto - si pone sull'aziendalizzazione del pubblico, che è un grande errore di principio. Chiamare azienda un ospedale è un errore: l'azienda deve fare profitto, l'ospedale deve fare la salute''. Ma è anche vero, ha sottolineato Veronesi, che ''occorre un piano nazionale per ospedali più tecnologici''.
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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