Non tutti i microbi vengono per nuocere. Anzi, sembra che proprio il 'lavoro' silenzioso degli esserini che abitano nel nostro intestino abbia importanti effetti su obesità e patologie correlate, come il diabete. Lo ha spiegato a Stoccolma Willem de Vos, ricercatore dell'Helsinki University (Finlandia), nel corso del meeting dell'Easd (European Association for the Study of Diabetes). Obesità, sindrome metabolica e malattie correlate non sono solo influenzate dal consumo calorico, ma anche dai microbi intestinali. E il rapporto fra 'ospite' e colonia dei microrganismi "è un fattore importante", sottolinea l'esperto che sta studiando nuove terapie per correggere le alterazioni microbiche. Secondo de Vos, infatti, i microbi dell'intestino agiscono come una sorta di organo a sé, che risente di dieta, stile di vita e antibiotici. "I microbi contribuiscono al consumo energetico attraverso la produzione di acidigrassi a catena corta, ma anche vitamine e altri fattori di crescita",spiega.
Non solo. La popolazione di microbi intestinali "interagisce in vari modi con l'organismo" dell'ospite. Ricerche apposite hanno mostrato come la presenza di chili di troppo sia collegata a una composizione microbica intestinale differente rispetto a quella delle persone magre. Si tratta di studi pionieristici, condotti per lo più sugli animali. "Ecco perché era importante testare queste ipotesi sull'uomo", spiega il ricercatore che ha in corso due progetti su coorti di pazienti con diverso indice di massa corporea. E sta testando l'effetto di una pratica chiamata 'trapianto fecale'. Il gruppo è stato sottoposto a una serie di interventi dietetici, e anche a un trial di trapianto fecale. L'idea può sembrare curiosa, ma il ricercatore spiega che si tratta di rimpiazzare l'intera comunità microbica di un paziente obeso con quella di un donatore magro. Uno studio, condotto usando questa strategia, è stato portato avanti in collaborazione con l'Amsterdam Medical Centre (Olanda). E i risultati mostrano un'aumentata sensibilità insulinica accompagnata al 'cambio' di microbi intestinali.
Fonte: Easd
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