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Onu, nel 2050 la spesa per le fratture di origine osteoporotica si aggirerà sui 77 miliardi. Ecco le cifre

Ortopedia | 20/10/2010 14:34

Riduzione dell'altezza, mal di schiena, incurvamento, insicurezza nel camminare: possono essere i sintomi della malattia che rende fragili le ossa, una vera e propria emergenza sanitaria in tutto il mondo. In Italia 5 milioni di persone soffrono di osteoporosi, un vero flagello soprattutto per il sesso femminile, colpito in modo particolare dopo la menopausa. L'aspetto più devastante sono le fratture che colpiscono gli over-60, di cui ancora una volta, la stragrande maggioranza nel sesso femminile. Le più temute sono le fratture al femore (90.000 all'anno), alle vertebre (250.000 ogni 12 mesi) e ad altre ossa lunghe, che colpiscono dopo i 50 anni una donna su quattro e un uomo su otto.

Le conseguenze sono sempre più drammatiche con l'aumentare dell'età: una paziente su cinque muore entro un anno dalla frattura femorale per conseguenze post-operatorie, il 40 per cento rimane disabile con conseguente grave compromissione dell'autonomia e della qualità di vita. Purtroppo soltanto una su 5 delle pazienti a rischio esegue un trattamento adeguato, pertanto la prevenzione resta una delle armi più efficaci per combattere la malattia, in grado - concordano gli esperti - di ridurre l'impatto negativo sulla vita personale e di limitare gli elevati costi socio-economici. "Quando, però, l'osteoporosi si manifesta - spiega il prof. Ranuccio Nuti, direttore del dipartimento di medicina interna all'Università di Siena - si possono utilizzare due tipi di farmaci: da un lato gli inibitori del riassorbimento, come i bifosfonati, che riducono l'ulteriore perdita di tessuto osseo; dall'altro i farmaci che stimolano la formazione di nuovo tessuto osseo.

Di questa seconda famiglia fanno parte il teriparatide, l'ormone paratiroideo e il ranelato di stronzio. Quest'ultima e' una molecola innovativa che riduce il rischio di fratture vertebrali e del femore in pazienti con osteoporosi post-menopausale, stimolando l'azione degli osteoblasti, le cellule specializzate alla produzione di nuovo tessuto osseo, e favorendo quindi l'aumento della massa ossea. Quando il danno allo scheletro e' evidente si deve ricorrere ai farmaci. Secondo le stime dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, in Europa nel 2050 l'aspettativa di vita raggiungerà gli 81,5 anni (84,5 per le donne e 78,5 per gli uomini) e il 34,2 della popolazione avrà più di 60 anni. Le previsioni dei costi per le fratture di origine osteoporotica saliranno dai circa 36 miliardi nel 2000 ai 77 miliardi nel 2050.

Fonte: Adnkronos

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