Risparmio di tessuto osseo, riduzione del dolore e minori complicanze post operatorie. Sono i principali vantaggi delle nuove tecniche di chirurgia mininvasiva Mis (Minimal Invasive Surgery) per la protesi dell'anca. Di questo si è discusso in 'La chirurgia mininvasiva nella profilassi e nel trattamento dell'artrosi dell'anca' al policlinico universitario Agostino Gemelli di Roma. Il convegno, è stato promosso dal Dipartimento di scienze ortopediche e traumatologiche, è stato diretto da Carlo Ambrogio Logroscino, ed è stata l'occasione per un confronto sulle filosofie protesiche conservative per l'artrosi all'anca, l'articolazione che permette al femore di muoversi rispetto al bacino.
"Il meeting internazionale - spiega l'ortopedico della Cattolica, Giampiero Magliocchetti Lombi, chairman del convegno – ha puntato l'attenzione sulle nuove terapie mininvasive per l'artrosi all'anca". "A fronte dell'esigenza di una sempre minore invasività - aggiunge il coordinatore scientifico del convegno Giandomenico Logroscino - sono state messe a punto tecniche artroscopiche, nuove vie chirurgiche, nuovi disegni protesici, nuovi sistemi di navigazione oltre a una rapida evoluzione dei materiali, realizzati sia per una migliore osteointegrazione, che per nuovi accoppiamenti a bassa usura". Le nuove tecniche mininvasive possono per ora essere impiegate in almeno il 50 % dei casi, ma i continui progressi in questo campo fanno ritenere che in futuro potranno essere impiegate di routine nella maggior parte dei pazienti affetti da artrosi primaria dell'anca.
Fonte: Adnkronos
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