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Studio, in Italia boom malattie veneree dopo stop servizio militare

Medicina Generale Redazione DottNet | 31/07/2008 15:17

Boom di malattie veneree tra i giovani italiani dopo l'abolizione dell'obbligo di leva: dal 2000 al 2005 l'incidenza della sifilide è più che triplicata (+320,3%) e l'incidenza della gonorrea è cresciuta del 33,3%, con un aumento dei problemi sessuali e di fertilità.

Il nuovo allarme arriva da uno studio del Centro Artes di Torino, specializzato nella diagnosi e nel trattamento della sterilità di coppia, che ha elaborato i dati ufficiali di Sia (Società italiana andrologia), Oms (Organizzazione mondiale della sanità) e università Cattolica di Roma (Rapporto 'Osservasalute'), confrontandoli con quelli del proprio database, riferisce una nota.
Già nel 2000, anche se la legge sull'abolizione del servizio di leva è entrata ufficialmente in vigore nel 2005 - ricordano gli esperti - i giovani avevano smesso, a causa dei rinvii per motivi di studio, di presenziare ai tre giorni: il classico appuntamento medico ritenuto l'anticamera della 'naja'. Un tempo il servizio militare offriva ai ragazzi l'occasione di sottoporsi a una visita andrologica completa, controllo utile in molti casi per far luce su eventuali disturbi sessuali rimasti fino a quel momento sconosciuti.

Oggi l'appuntamento con l'andrologo viene invece rimandato se non evitato, per pigrizia e disinformazione. A ciò si aggiunge poi il fatto che i ragazzi italiani sono informati poco e male su sessualità, malattie sessualmente trasmissibili e infertilità, denunciano gli specialisti. Da un sondaggio condotto dall'università La Sapienza di Roma, è emerso che per il 31% dei giovani della Penisola la sifilide è una malattia che colpiva marinai e scrittori nell'800. E per il 42% la gonorrea non è altro che un tipo di colite. Sull'Aids le cose vanno un po' meglio, anche se il 4% del campione diceva che colpisce solo gli omosessuali.
 

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