Torna, dopo sei anni dall’ultima pubblicazione, il manuale di medicina Roversi. Per realizzare l’undicesima edizione dell’opera, in distribuzione dalla prossima estate, sono stati coinvolti più di un centinaio di autorevoli autori coordinati da un board d’eccellenza, costituito dai professori Alberto Zanchetti, Renato Lauro e Francesco Rossi , che in oltre duemila pagine descrivono diagnosi e cure per migliaia di patologie.
Tra le novità dell’opera, voluta da sanofi-aventis e curata dalla Merqurio Editore di Napoli, ci sarà anche la possibilità di aggiornare i contenuti in tempo reale attraverso una piattaforma web studiata dalla Merqurio sfruttando le più avanzate tecnologie: “E’ la grande novità del nuovo Roversi – commenta Salvatore Ruggiero, amministratore delegato della casa editrice napoletana –. Oltre alla tradizionale edizione cartacea, il manuale sarà consultabile anche attraverso internet, Iphone e Ipad. Il Roversi, come tutti i medici sanno, è un volume sintetico ma omnicomprensivo, completo e utilissimo per la professione e per noi è un onore poterlo riproporre in questa nuove veste”. La storia del più famoso manuale di medicina edito in Italia comincia con il sodalizio professionale tra Anton Spartaco Roversi, professore universitario, e Domenico Cesa Bianchi, direttore della Clinica Medica Generale alla Regia Università di Milano. La prefazione alla prima edizione, datata 1940, fu scritta dal direttore stesso che raccomandava l’uso “quotidiano del breviario” da parte del medico generalista italiano. “Roversi fu aiutato nella stesura del testo da sedici medici lombardi che si assunsero l’onere di affrontare ogni patologia suddivisa per distretto anatomico – ricorda Alberto Zanchetti professore ordinario di Medicina interna all’Università Statale e direttore del Centro di Fisiologia clinica e Ipertensione all’Ospedale Maggiore, entrambi a Milano -.
E voi, amici medici, avete mai utilizzato il Roversi? Quale ricordo conservate del famoso manuale? Ci farebbe piacere leggere i vostri commenti.
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
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