Dal 18 al 20 ottobre è in programma al Centro Congressi di Torino la decima assemblea nazionale Aimef. Tema della due giorni sarà “La medicina di famiglia fra impegni futuri e nuove tecnologie”. L’Associazione Italiana dei Medici di Famiglia (AIMEF) chiede che sia ridata centralità ai medici di famiglia nelle cure domiciliari e che l’impegno dei medici sia esclusivamente rivolto alla gestione clinico-terapeutica dei pazienti. Nel convegno si spiegherà come, così facendo, si potrebbero ridurre significativamente i costi del Servizio Sanitario Nazionale. Per l’occasione abbiamo intervistato il presidente Aimef Tristano Orlando:
L’Associazione Italiana dei Medici di Famiglia chiede che sia ridata centralità ai medici di famiglia nelle cure domiciliari e che l’impegno dei medici sia esclusivamente rivolto alla gestione clinico-terapeutica dei pazienti. Non crede che però ciò possa rappresentare un dispendio di energie e che si rischi di allontanare il medico dall’ambulatorio? E come andrebbe concretizzata questa politica?
Ciò che chiediamo è che il medico torni a fare il medico. Non solo certificati, non solo prescrizioni obbligatorie di consigli dati dallo specialista. Il tutto in ambulatorio e vicino al territorio. Il patrimonio del medico di famiglia è la conoscenza della storia clinica di ogni assistito; ciò permette di valutare complessivamente l’impatto di un farmaco e di una terapia, la rilevanza di alcuni sintomi, la necessità reale e attuale di esami clinici.
Lei afferma che così facendo si potrebbero ridurre significativamente i costi del Servizio Sanitario Nazionale. Come?
Se il Medico mette in campo la sua preparazione, se questa è solida, se ha la possibilità di valutare i sintomi presentati dal suo paziente può indirizzare già da subito la diagnosi ed evitare consultazioni ed accertamenti inutili e costosi. Se la sua figura viene rivalutata come quella di un professionista in grado di far bene il proprio lavoro e il paziente, ma anche i colleghi specialisti o ospedalieri se ne rendono conto, molti rinvii a consulenti diventano assolutamente inutili. Vedo il paziente non “ flipperato” dal Medico di Famiglia allo specialista che magari lo spedisce ad altri consulenti e così via. Lo specialista deve essere il riferimento di secondo livello dei Medici di Medicina Generale quando a questi non riesce di risolvere il caso. E inoltre gli ospedali non devono occuparsi dei controllo di follow-up. Ma questa sarebbe una rivoluzione copernicana.
Come si pone con i sindacati degli MMG e con lo scontro in atto tra essi?
AIMEF nasce come società scientifica che riunisce i medici di famiglia e ciò che vogliamo far valere non sono rivendicazioni sindacali, ma la nostra capacità di lavorare e fare ricerca anche a partire dalla presenza sul territorio. Il convegno nazionale farà luce anche su questo, portando all’attenzione di tutti i progetti e i risultati cui siamo giunti, direttamente con i dati in nostro possesso, e facendo ricerca a partire dai casi clinici che affrontiamo ogni giorno.
Gli oltre 100 mila iscritti al nostro Social Dottnet seguono con grande interesse la vicenda dei certificati online, esprimendo a volte commenti poco benevoli nei confronti di alcuni sindacati che non hanno, quando c’era tempo, bloccato il ministro Brunetta. Che cosa ne pensa dei certificati telematici e della sanità elettronica, come fascicolo, ricette etc?
Sulla questione dei certificati telematici, il Ministro della Funzione Pubblica ha ignorato le nostre motivate richieste. Il Ministro Renato Brunetta non ha infatti concesso la proroga auspicata dai medici di famiglia sull’obbligo di invio telematico all’INPS dei certificati di malattia, confermando quindi le sanzioni dall’1 febbraio. E’ senza dubbio un atteggiamento vessatorio e diffamatorio, perché suppone aprioristicamente che la nostra categoria non si impegni nel rispetto della normativa e del progetto di aggiornamento informatico della P.A. Il “no” del Ministro alla nostra richiesta di una sperimentazione più lunga del sistema ci pone in gravi difficoltà nello svolgimento del nostro lavoro, anche per l’incompleta realizzazione della rete, di cui il Ministro dovrebbe essere pienamente consapevole. Ben venga l’aggiornamento telematico; siamo tutti disposti a velocizzare tempi e a collaborare per una gestione efficiente, purché ce ne siano dati gli strumenti e i tempi. Il Medico di Famiglia del futuro deve essere un medico esperto, preparato anche nella tecnologia che adopera quando preleva al bancomat o manda un sms. Il problema vero è che il certificato elettronico a volte occupa troppo tempo, anche se tutto fila liscio, e i pazienti in sala di attesa non sono molto….pazienti.
Com’è strutturata l’associazione che presiede?
La cellula che costituisce il tessuto di Aimef è il Cenacolo: aggregazione di Medici che nelle riunioni fanno formazione fra pari, coordinati dal Responsabile di Cenacolo. In ambito regionale, il Referente Regionale si occupa del coordinamento delle attività formative della regione e, in collaborazione con i referenti di regioni limitrofe, si occupa dell’organizzazione di eventi interregionali. Le Aree Tematiche Scientifiche (ATS), curate da un referente, si occupano di ricerche epidemiologiche e osservazionali nell’ambito della Medicina di Famiglia. Il tutto è coordinato da un Direttivo di 11 Consiglieri eletti, ad ognuno dei quali è affidato un compito di “MONITORE” di aree considerate strategiche, come: Scuola di Formazione, Area Donna, Verifica di Qualità, Promozione Societaria, Accreditamento Ecm, eccetera. Aimef è Società Scientifica accreditata ECM e controllata nelle proprie attività dall’ATS di Verifica di Qualità secondo le regole ISO 9001.
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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