I medici di Grecia, Italia, Portogallo, Spagna, Francia e Belgio, riuniti a Venezia nell'Assemblea del GIPEF, hanno in queste approvato un Documento che, con l'intento di garantire il paziente europeo, stabilisce con chiarezza alcuni aspetti dell'organizzazione dell'orario di lavoro dei medici, preservandone i turni di fermo dal lavoro.
Quante ore al massimo possono lavorare i camici bianchi per continuare ad essere vigili ed efficaci nelle cure? E di quanto riposo hanno bisogno per il medesimo intento? Non si tratta solo di tutelare la sicurezza del lavoratore-medico: è in gioco, sostengono, la salute del paziente. L'esigenza di dover fissare alcuni punti fermi nella determinazione dell'orario di lavoro nasce dal voler emendare una proposta di revisione di una Direttiva (la EWTD 2003/88/CE) che attualmente disciplina tale materia in ambito europeo. Tale revisione, se applicata anche ai medici, li costringerebbe infatti a lunghi turni di lavoro, non intervallati nè compensati da adeguato riposo.
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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