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Dalla Repubblica: Sanità, l´Italia batte gli Stati Uniti

Medicina Generale Redazione DottNet | 04/10/2008 08:04

 Mettete a confronto due studi. Il primo a cura del Langone Medical Center della New York University riguarda i costi del sistema sanitario americano. Il secondo, stilato dagli esperti del Gruppo Ospedaliero San Donato, il maggiore d´Italia, controllato da Giuseppe Rotelli, è centrato sui costi della Sanità del Bel Paese e in particolare della Lombardia. Ebbene, le conclusioni dei due gruppi di esperti, raggiunte la settimana scorsa a Milano, durante una tre giorni dedicata al «Confronto dei Sistemi Sanitari e dei trattamenti cardiovascolari» non lasciano dubbi: il sistema italiano è più efficiente è costa meno. 

I dati di sintesi dei due studi sono chiari. Negli Usa se ne va in spese sanitarie il 15% del Pil mentre in Italia, sommando i costi della sanità pubblica (6,8%) quella privata ci si ferma all´8%. Ma non basta. Perché negli Stati Uniti, pur spendendo un sacco di soldi in farmaci e cure ospedaliere, il 16% degli abitanti non ha alcun tipo di copertura sanitaria. Questo vuol dire che in caso di malattia oltre 40 milioni di americani si trovano in guai seri. Se dai dati macroeconomici scendiamo ai costi del sistema la musica non cambia. Prendiamo la cardiochirurgia, visto che al Policlinico San Donato sono sbarcati una trentina di cardiochirurghi americani della New York University Post Graduate Medical School proprio per studiare il sistema italiano: non solo la tecnica chirurgica per il rimodellamento del ventricolo sinistro messa a punto dal professor Lorenzo Menicanti.

Ma anche i sistemi per contenere i costi di gestione. Ebbene, un by-pass coronarico con angioplastica costa in Lombardia 24.721 dollari (cambio al 19 settembre). Questo vuol dire che il sistema sanitario regionale paga questa cifra agli ospedali in cui si esegue l´operazione in questione. Negli Stati Uniti, invece, lo stesso bypass viene a costare a Medicare, fondo pubblico federale per gli over 65 e i disabili, 42,266 dollari se viene effettuato in un ospedale di base. Se invece il paziente è operato in una struttura giudicata di alto livello da Medicare la cifra balza a 58.
584 dollari. Insomma, gli States sono più cari per una percentuale compresa fra il 71% e il 137%. Senza contare che per le assicurazioni private il conto è ancora più salato.Lo stesso discorso è valido per altre operazioni di cardiochirurgia. Ad esempio gli interventi su patologie e il rimodellamento del ventricolo sinistro costano 23.209 dollari in Lombardia. Mentre negli Stati Uniti Medicare ne deve spendere 49.367 (+113%) rivolgendosi soltanto alle strutture top.  Quanto a Giuseppe Rotelli (presente con i suoi ospedali in Lombardia ed Emilia) coglie al volo i risultati dello studio della New York University per sottolineare che «la spesa sanitaria italiana è una delle più basse d´Europa. Dopo di noi ci sono soltanto Regno Unito e Portogallo nell´Europa dei 15». Quindi aggiunge, lanciando una implicita stoccata al Sud (ma anche alle regioni meno virtuose del Nord): «Nonostante la spesa non sia eccessiva tuttavia c´è una spesa non giustificata di 16 miliardi». Il ragionamento indirizzato al governo è netto: «Prendendo le 4 regioni migliori per qualità di servizio, efficienza, contenimento dei costi e spesa pro-capite e confrontandole con le altre regioni italiane emerge una spesa non giustificata di 16 miliardi: se bisogna tagliare facciamolo lì».  

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