1) Il gruppo Chiesi inaugura una nuova affiliata in Cina. Dott. Chiesi, cosa ha da dichiararci in proposito?
L’apertura di un’affiliata in Cina rappresenta una sfida di grande importanza per noi. Nutriamo grandi speranze per lo sviluppo del nostro business in un Paese che, per dimensioni e velocità di crescita, rappresenta una delle punte avanzate dell’economia mondiale. Ecco perché, dopo la recente creazione di due filiali in Olanda e in Turchia, abbiamo deciso di investire nella costituzione e nello sviluppo della nostra 22ª consociata e intendiamo perseguire l’obiettivo di crescita, sia in Cina, sia a livello globale, con la determinazione e lo spirito imprenditoriale che abbiamo sempre applicato nello sviluppo della nostra attività.
2) Tra le prime iniziative di Chiesi China, un supporto concreto alla ricostruzione di un reparto di neonatologia/ pediatria distrutto dal terremoto dello Sichuan. Dottore ci spiega con più dettaglio questa interessante iniziativa?
Si tratta di una iniziativa locale, promossa e gestita dalla nostra nuova filiale e che personalmente ho molto apprezzato. Credo che in casi del genere la nostra impresa abbia l’opportunità di dare significato concreto al concetto di responsabilità sociale e trovo giusto che, di fronte alle grandi necessità delle regioni colpite dal terremoto, Chiesi China abbia offerto un aiuto concreto.
3) Le richieste di registrazione dei farmaci Atimos, Budiair, Clenil UDV e Foster rappresentano il prossimo passo per il radicamento di Chiesi nel mercato cinese. Quali sono le strategie future che prevedete di attuare?
I quattro farmaci da lei citati hanno tutti indicazioni per patologie respiratorie. Il nostro obiettivo per i prossimi anni è quello di consolidare anche in Cina la reputazione del Gruppo Chiesi nella lotta alle malattie dell’apparato respiratorio, creando le migliori premesse per offrire ai clinici cinesi nuove risorse terapeutiche per il trattamento di patologie quali l’asma e la broncopneumopatia cronica ostruttiva.
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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