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Sono venti milioni gli italiani obesi. Al Sud il picco

Medicina Generale Redazione DottNet | 21/03/2011 17:59

Geni e ambiente sotto accusa per il dilagare dei chili di troppo. A esplorare il 'peso' del Dna sull'obesità è il 7° Rapporto sull'obesità in Italia (il Pensiero Scientifico Editore), realizzato dall'Istituto auxologico italiano, da cui emerge una fotografia allarmante. "Circa il 10% della popolazione adulta italiana è obesa e il 35% è in sovrappeso, quindi sono oltre 20 milioni gli italiani che hanno problemi di peso", spiega Giovanni Ancarani, presidente dell'Istituto milanese. Un'epidemia che "non risparmia neanche l'infanzia: secondo i dati Istat, a 8 anni ben il 36% dei bambini ha problemi di eccesso di peso". E nel 40-70% dei casi la colpa è anche dei geni.

 "Un ambiente obesogeno aumenta il rischio, in particolare in coloro che sono già geneticamente predisposti. Si stima - spiega Michele Carruba, direttore del Laboratorio di ricerche sull'obesità dell'auxologico e docente di farmacologia all'Università degli Studi di Milano - che i fattori genetici contribuiscano per il 40-70% alla variazione interindividuale nell'obesità. Quindi il peso è un tratto altamente trasmissibile, con un'ereditarietà che è solo leggermente inferiore a quella che determina, ad esempio, l'altezza".Il rapporto presenta un quadro quanto più completo possibile su tutto ciò che oggi è dato conoscere sulle cause dell'obesità in relazione agli aspetti genetici, sulle sue conseguenze e su tutti i possibili rimedi messi a disposizione dalla medicina.

I numeri non fanno ben sperare. Nel mondo circa un miliardo di persone è in sovrappeso e 300 milioni sono obese. E in Italia? "C'è una differenza di tendenza tra i due sessi: i tassi degli uomini mostrano una leggera tendenza all'aumento, mentre quelli delle donne tendono a scendere". A livello geografico è sempre il Meridione a presentare le prevalenze di obesità e sovrappeso più elevate ma, per la prima volta, si osserva un aumento del tasso di obesità nel Nord-Ovest, area tradizionalmente a più bassa prevalenza, che supera il Centro.La situazione tra i bambini è altrettanto preoccupante: in Campania un bimbo su due ha problemi di chili di troppo (49% per sovrappeso e obesità insieme), mentre in Valle d'Aosta 'solo' un bambino su quattro (23%).
Il Meridione, quindi, è l'area con il quadro epidemiologico di eccesso di peso più compromesso. Anche i nati nelle regioni meridionali che vivono stabilmente nelle regioni del Nord, sottolinea il Rapporto, presentano tassi più elevati di eccesso di peso. La cattiva notizia - spiegano gli esperti - è che l'Italia è ormai da considerare un ambiente 'obesogeno': induce a un sovraconsumo di alimenti e a un dilagante stile di vita sedentario, fattori che aumentano il rischio di obesità. "I risultati delle prime, ma ormai abbastanza numerose, ricerche sull'obesità hanno suscitato contrastanti reazioni: entusiasmo e disincanto - commenta Alberto Zanchetti, direttore scientifico dell'Istituto auxologico - Chi di noi si aspettava l'arrivo in farmacia o nei laboratori d'analisi di kit per sapere se siamo predestinati all'obesità, o invece liberi di eccedere a tavola, ha ragione di essere deluso". Mentre chi ha considerato la ricerca genomica soprattutto come un nuovo strumento d'indagine "riconoscerà i sostanziali progressi che i recenti studi ci hanno già consentito", con l'auspicio "che alcuni di questi meccanismi possano presto diventare il bersaglio di interventi preventivi, curativi o riabilitativi. "Non è ingenuo sperare che con il suo passo, lento ma sicuro, la scienza continui a chiarirci i meccanismi dell'obesità e delle sue complicanze, fornendoci armi sempre più affinate e potenti per combatterle", conclude Zanchetti.

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