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Un virus causa l'epatite nei trapianti

Medicina Generale Redazione DottNet | 07/10/2008 23:32

Uno studio dei ricercatori della struttura complessa di ematologia del Policnico di Modena ha scoperto le cause di una rara forma di epatite acuta a cellule giganti, che si manifesta anche in persone che hanno subito un trapianto e sottoposte a trattamento immunosoppressivo per ridurre il rischio di rigetto.

 I risultati della ricerca, che fa parte del progetto Regione Emilia-Romagna-Universita', sono stati pubblicati sul 'New England journal of medicine'. In sostanza i ricercatori modenesi hanno descritto il primo caso di infezione da virus erpetico umano sesto (Hhv-6) di tipo A in un paziente trapiantato di fegato, già portatore di infezione latente da Hhv-6 di tipo B. L'infezione primaria ha provocato la comparsa di una rara forma di epatite acuta a cellule giganti, che si e' risolta dopo il trattamento con antivirali per un anno. ''La grande maggioranza della popolazione sana (circa il 90%) è portatrice dell'infezione senza che questa dia problemi clinici - ha spiegato il professor Mario Luppi, ematologo e coordinatore dello studio - Quando, però, un paziente è sottoposto a terapia immunosoppressiva, come è nel caso dei trapiantati di fegato, puo' accadere che il virus si risvegli provocando disturbi''.

Quindi nel caso studiato a Modena, l'epatite si è sviluppata nell'organo donato che era stato infettato da una variante rara dello stesso virus. La scoperta e' importante perche', anche se raramente, il virus può colpire anche la popolazione generale e in particolare i bambini. ''L'Hhv-6 è un virus diffuso a livello mondiale - ha continuato Luppi - causa della sesta malattia con manifestazioni cutanee dell'eta' pediatrica e normalmente convive con l'organismo umano senza causare problemi''. Inoltre, in pazienti affetti dall'infezione da Hiv e in quelli trapiantati, il virus puo' provocare malattie acute come ad esempio l'encefalite.

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