Oltre un terzo dei medici di medicina generale conta tra i propri assistiti pazienti in stato vegetativo o di minima coscienza. Sia con assistenza a domicilio sia in strutture residenziali il medico di famiglia costituisce per il 97% dei casi la figura clinica di riferimento. La maggioranza dei pazienti vive abitualmente a casa: il 55% al Nord, il 63% al Centro e il 70% al Sud. Si trova in strutture residenziali il 44% dei pazienti al Nord, il 36% al Centro e il 27% al Sud. Sono alcuni dei dati raccolti dal Centro Studi nazionale della Fimmg, diretto da Paolo Misericordia, attraverso un questionario effettuato a marzo su un campione di oltre mille medici di medicina generale: la ricerca la più ampia mai condotta in Italia su questa patologia nella fase di assistenza territoriale.
Infarti ed emorragie cerebrali sono la causa di tre quarti degli stati vegetativi (sv) o degli stati di minima coscienza (smc) registrati in Italia. Due diagnosi diverse che hanno bisogno in teoria della stessa assistenza sanitaria; ma nella pratica, avere una smc significa stare un po' meglio clinicamente, e molto peggio dal punto di vista dell'assistenza.
E' il quadro tracciato dal progetto nazionale guidato da Matilde Leonardi dell'Istituto neurologico Besta di Milano, insieme al Centro di Bioetica della Cattolica, ai rappresentanti di 78 centri italiani, 39 associazioni di familiari e pazienti e alla Federazione dei medici di famiglia (Fimmg).
L'indagine, durata due anni, ha evidenziato che i pazienti sono per la maggior parte maschi (60%) con eta' media di 55 anni, e che ad assisterli sono nel 70% dei casi delle donne. Sui circa 600 malati interpellati (tra cui 36 bambini) la maggior parte (61%) e' nel Nord Italia, e praticamente tutti (94%) sono alimentati con il sondino.
Secondo l'indagine, spiega Leonardi, 'ci sono diversita' tra Nord e Sud: al Nord ci sono piu' strutture, al Sud e' spesso tutto a carico delle famiglie'. Lo studio ha stabilito inoltre che le esigenze dei due tipi di malati sono le stesse, e prescindono dalla diversa diagnosi; purtroppo, pero', i finanziamenti per assistere il paziente e la sua famiglia non vengono distribuiti equamente.
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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