Con le regole pensionistiche, introdotte a fine 2007, anche le possibilità d’uscita, le famose «finestre», hanno reso più difficoltosa la possibilità di lasciare il lavoro.
Chi raggiunge
la pensione d’anzianità con i
nuovi requisiti introdotti dalla riforma
Prodi, che si basano su un primo gradino,
di almeno 35 anni di contribuzione
e 58 anni d’età per i dipendenti e 59 per
gli autonomi, ha a disposizione due sole
uscite. A seconda che l’interessato raggiunga
i livelli d’età e di contribuzione
richiesti nel primo o secondo semestre
dell’anno in corso, possono lasciare il
lavoro solamente dal 1° gennaio dell’anno
successivo i primi e dal 1° luglio,
sempre dell’anno successivo, i secondi.
In pratica si realizza uno scivolamento
forzato che va da un minimo di sei
mesi per i più fortunati nati a ridosso del
30 giugno o del 31 dicembre a un massimo
di dodici mesi per gli sfortunati che
fanno il compleanno nei primi giorni
del semestre. Un dipendente che avesse
maturato l’età e i contributi nei primi
giorni di luglio, mentre con il vecchio
sistema che prevedeva quattro finestre
sarebbe potuto andare in pensione dal
primo gennaio del prossimo anno, dovrà,
invece adesso, attendere un anno e
cioè il primo luglio del 2009. Di fatto al
1° ottobre, data prevista, in passato, per
l’uscita di coloro che maturavano i requisiti
entro il 30 giugno dell’anno, saranno
ben pochi ad andare in pensione
d’anzianità.
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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