Il primo Rapporto sulla condizione dei malati di artrite reumatoide rivela una realtà diffusa di sofferenza e incertezze Non riuscire a sbucciare una mela, o a togliere il tappo dalla bottiglia. Rinunciare a una passeggiata, o a una serata fuori con gli amici. Cambiare lavoro, o addirittura perderlo. E il dolore, a volte insopportabile, che non abbandona.
Tutto è "un percorso a ostacoli" per i circa 300 mila malati di artrite reumatoide, secondo il primo "rapporto sociale" realizzato da Associazione nazionale malati reumatici, Società italiana di reumatologia e Censis, con il sostegno di Roche. in occasione della Giornata mondiale delle malattie reumatiche.
L'indagine, che ha coinvolto un campione di 646 pazienti, ha messo a fuoco i limiti incontrati ogni giorno, ma anche i bisogni e le aspettative di chi soffre di una malattia cronica e invalidante, che può colpire a qualsiasi età, soprattutto donne. «Il suo impatto è subdolo e si manifesta soprattutto sulla capacità di lavorare — dice Ketty Vaccaro, responsabile del settore Welfare del Censis —. Il 22,7% degli intervistati ha dovuto ridurre l'orario, cambiare lavoro o lasciarlo».
A volte, nei momenti di remissione della malattia, si ha l'illusione di una vita normale; poi tornano le crisi e si precipita nell'incertezza. Oltre il 36% dei pazienti dice di non essere soddisfatto della propria vita, percentuale che si triplica tra coloro che attraversano una fase acuta della malattia.
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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