Regioni e Asl si impegnino per stimolare lungo tutta la penisola la lotta al dolore. Si è chiusa con questo auspicio oggi a Firenze la seconda edizione di Impact 2011, il summit interdisciplinare che ha coinvolto ministero della Salute, Agenzia Italiana del Farmaco, Regioni e oltre 65 fra società scientifiche, associazioni e fondazioni per fare il punto sull'attuazione della Legge 38/2010, che tutela il diritto dei cittadini ad accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore. Circa 300 gli addetti ai lavori che ieri e oggi si sono riuniti nel capoluogo toscano, presentando osservazioni e proposte per favorire un reale processo di continuità assistenziale sul territorio e promuovere un'uniforme applicazione della normativa nell'intero Paese.
Tra le esigenze più sentite, quella appunto di stimolare l'operato delle Regioni affinché recepiscano in tempi brevi la Legge 38 e impieghino al meglio i fondi disponibili; ma anche di implementare percorsi formativi adeguati per il personale sanitario, favorendo anche l'adozione di un linguaggio univoco, condiviso tra tutti gli operatori. Inoltre occorre dotarsi di strumenti concreti per la valutazione della qualità dell'assistenza erogata, anche attraverso l'utilizzo di questionari di 'customer satisfaction' da sottoporre ai pazienti. Puntando a una migliore appropriatezza terapeutica nel controllo del dolore, attraverso l'impiego di farmaci oppioidi. La seconda giornata del workshop ha visto un confronto politico e operativo tra parlamentari, istituzioni, clinici e organizzazioni di volontariato.Proprio dai politici, riferiscono gli organizzatori in una nota, è arrivato l'invito all'impegno di tutti gli addetti ai lavori affinché si crei una vera 'alleanza di cura' nell'interesse del paziente, perché la lotta al dolore si può vincere solo attraverso un lavoro di squadra e l'integrazione delle competenze. "Non è ineluttabile che un bambino pianga per il dolore, che un adulto si disperi perché lasciato solo con la propria sofferenza" commenta Michele Saccomanno, della Commissione Igiene e Sanità del Senato. "Se la malattia ci colpisce, non è obbligatorio aggiungere la sanzione del dolore. La Legge 38, sia pure ancora non pienamente applicata, e' la fonte normativa che rende possibile un'alleanza di cura medico-pazienti contro il dolore. Bisogna renderla efficace". "Dopo la soddisfazione che ha accompagnato l'approvazione della Legge di cui sono prima firmataria - dichiara Paola Binetti, della Commissione Affari Sociali della Camera - resta la consapevolezza che il cammino da compiere è ancora moltissimo. La riduzione delle risorse economiche che minaccia la sanità e la rende sempre meno capace di offrire risposte soddisfacenti ai bisogni delle persone, soprattutto quando le loro condizioni sono particolarmente complesse. Occorre insistere in modo unito: dalla clinica alle società scientifiche, dalle associazioni di pazienti agli interventi di politica economica, per non restare indifferenti davanti al dolore e alla sofferenza di tante persone, che si aspettano dalla società uno scatto coraggioso e disinteressato di umanità".
Sull'argomento è stato pubblicato il volume "MANUALE SULLE CURE PALLIATIVE per il medico di famiglia e gli operatori sanitari che si dedicano alle cure palliative" di Giovanni B. D´Errico e Vanna M. Valori, edito da Edicare Publishing. www.curepalliative-libri.it; https://it.calameo.com/books/000747237ddf1d2070a5 Il libro, rivolto principalmente ai medici di medicina generale che hanno l´occasione e la necessità di confrontarsi con i malati nella fase terminale di una malattia cronica evolutiva e con i loro familiari, contribuisce a rafforzare la consapevolezza che un periodo significativamente esteso delle cure palliative può ottenere un´adeguata risposta proprio dalla medicina generale e dai servizi territoriali, consentendo di assistere i malati nel loro ambiente familiare e con i ritmi a loro più favorevoli. Nella pubblicazione sarà infatti possibile trovare, ben organizzati, i contenuti più importanti delle cure palliative: coloro che si avvicinano alle cure palliative non da specialista, ma da medico o da operatore, potranno reperire in questo testo preziose indicazioni e precisi suggerimenti per rispondere efficacemente ai bisogni dei malati in fase terminale e delle loro famiglie. L´elevato numero degli autori rappresenta in maniera convincente la multidisciplinarità delle cure palliative e la necessità che esse si arricchiscano di competenze, di conoscenze, di attitudini solo apparentemente eccentriche, ma, in realtà, assolutamente funzionali alla complessità dell´assistenza e dell´accompagnamento di questi malati e delle loro famiglie, le cui necessità sono ben più estese del buon controllo dei sintomi o di una buona igiene personale, poiché si trovano ad affrontare la dimensione esistenziale e più ampiamente sociale del vivere e - necessariamente - del morire ( Dalla prefazione del Prof. G. Zaninetta - Past President SICP). La medicina che si occupa di cure palliative, dopo un percorso culturale di anni è in una fase di grandi fermenti per le trasformazioni inerenti l´assistenza sanitaria. Ormai sembra evidente che il modello organizzativo più adeguato è quello che vede la struttura sanitaria ruotare con tutte le sue risorse umane e tecnologiche intorno al malato e alla sua famiglia. Questo modello considera fondamentale l´integrazione e la collaborazione delle strutture ospedaliere e della medicina del territorio in cui il medico di medicina generale riveste un ruolo centrale. Oggi parlare di cure palliative a casa o in ospedale non significa parlare di modalità assistenziali alternative, ma di una continuità di cura che prevede risposte specifiche ai particolari bisogni della persona, pertanto sarebbe auspicabile che le varie modalità assistenziali potessero essere in un rapporto di stretta collaborazione. In Italia le cure palliative con la nuova normative approvata nel marzo di quest´anno sono assicurate con un livello uniforme di assistenza per garantire a tutti i cittadini un diritto fondamentale a tutela della dignità umana. Clicchi qui per essere informato.
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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