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Limitare gli errori sanitari: la ricetta in un libro

Medicina Generale Redazione DottNet | 14/10/2008 15:58

Rivedere l'organizzazione delle strutture sanitarie, uniformare la copertura assicurativa, nuove norme: sono alcuni degli strumenti per limitare gli errori sanitari evidenziati da un libro presentato presso la sala Capitolare del Senato.

Il volume, ''Safety Book - A cura di chi cura, promosso dal Senato della Repubblica con il contributo dell'azienda farmaceutica Baxter raccoglie le testimonianze di alcuni esperti del mondo scientifico, politico e sociale, quali il presidente della Commissione Sanità e Igiene del Senato, Antonio Tomassini, il presidente della Commissione parlamentare d'Inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Sistema Sanitario Nazionale, Ignazio Marino, il presidente della società italiana del rischio clinico, Quirino Piacevoli, il direttore de dipartimento di chirurgia dell'Azienda Ospedaliere Universitaria di Pisa, Paolo Miccoli, il direttore del centro di biotecnlogie farmaceutiche dell'università di Tor Vergata, Pino Nisticò, il segretario generale di Cittadinanzattiva, Teresa Petrangolini, la giornalista scientifica Margherita De Bac.

Rivedere l'organizzazione all'interno delle strutture sanitarie e uniformare la copertura assicurativa, sono gli strumenti evidenziati da Tomassini, per limitare gli errori della sanità.
Per monitorare e aiutare a prevenire gli eventi avversi, Dorina Bianchi delle Commissioni Igiene e Sanità del Senato e parlamentare d'Inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Ssn, ha suggerito come modello la Morbidity e Mortalità Conference obbligatoria in tutti gli ospedali americani, una riunione cui partecipano i medici di ogni dipartimento per discutere i problemi incontrati durante la settimana. L'importanza della messa in discussione da parte dei medici è stata sottolineata anche da Petrangolini. Il costo, in termini economici, di alcuni errori sanitari è stato invece ricordato nel volume da Piacevoli. Citando lo studio Cergas Bocconi nel 2006, Piacevoli ha osservato che un'infezione contratta in ospedale viene quantificata in novemila euro, ''una cifra considerevole se si tiene conto che ogni anno in Italia il numero di infezioni di questo tipo è compreso fra i 450 e i 700 mila euro''.

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