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Convegno 2 / Neurosoftware contro l'invecchiamento del cervello

Medicina Generale Redazione DottNet | 31/07/2008 16:17

Una volta contro l'invecchiamento del cervello ci si affidava alle sostanze naturali, con nomi esotici come Coenzima Q10, ginseng e bacopa, ma adesso a farla da padrone nel mercato degli 'allenatori del cervello' ci sono i neurosoftware, giochi ed esercizi che hanno il compito di tenere attiva la materia grigia e contrastare gli effetti dell'età.

Lo affermano gli esperti americani interrogati dal New York Times: negli Usa il giro d'affari è fortemente in crescita, e vale centinaia di milioni di dollari, spesi soprattutto dai cinquantenni sempre più preoccupati. Le soluzioni a disposizione sono molteplici: si va da veri e propri videogames portatili, alcuni venduti anche da noi, dal costo variabile tra i 20 ai 400 dollari, ai siti che offrono in cambio di un abbonamento mensile esercizi cognitivi, a software come Mindfit, che per 149 dollari combina più di dodici livelli di esercizi personalizzati in base alle capacità dell'utilizzatore. Obiettivo preferito di questo mercato sono i figli del baby boom, nati dopo la seconda guerra mondiale e che cominciano a sperimentare i primi segni dell'età: secondo Alvaro Fernandez, proprietario di uno di questi siti intervistato dal quotidiano statunitense, il mercato valeva nel 2007 225 milioni di dollari, un'inezia se paragonato ad esempio ai 50 miliardi per le palestre, ma cresce del 50% all'anno, e potrebbe valere 2 miliardi nel 2015.

''Parlare di boom mi sembra eccessivo, ma di sicuro questi giochi un'utilità ce l'hanno - afferma Roberto Bernabei, presidente della società italiana di Geriatria da Washington, dove si è svolto il congresso dell'omologa associazione americana - servono a far capire che se non si tiene allenato il cervello il declino accelera.
Certo, se una persona è soggetta all'Alzheimer lo prende lo stesso, ma anche il cervello ha una sua plasticità muscolare, per cui più si allena e meglio va''. E' proprio la paura dell'Alzheimer, spiega al quotidiano Gene Cohen, della George Washington university, ad avvicinare i cinquantenni al neurosoftware: ''Molte persone quando passano i cinquanta iniziano a guardare alle dimenticanze in modo diverso - ha spiegato l'esperto - se non trovi le chiavi a 25 non è un problema, ma la stessa identica cosa quando si è più vecchi fa preoccupare''. Secondo le statistiche, nel 2050 negli Usa potrebbero essere 15 milioni le persone affette da Alzheimer:''Qui, al contrario che in Italia, hanno già capito che bisogna prepararsi ad affrontare l'invecchiamento della popolazione - sottolinea Bernabei - a questo congresso è stato presentato un documento dell'Institute of Medicine, l'equivalente del nostro Consiglio Superore di Sanità, in cui si afferma che bisogna moltiplicare i geriatri e le strutture geriatriche, e sono sicuro che entro un paio danni verranno adottati i primi provvedimenti concreti, mentre da noi chissà per quanto si dovrà aspettare''.

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