Un medico di famiglia a tutto campo, impegnato sul territorio e per la prevenzione. L’impegno per i camici bianchi rischia di aumentare di giorno in giorno, con un aggravio di responsabilità a cui solo in casi rari corrisponde un adeguato compenso. In Piemonte si studia, per esempio, un nuovo orario d’apertura degli ambulatori, dalle 8 alle 20. E’ uno degli obiettivi che si prefigge il presidente Roberto Cota: ''Contiamo di raggiungere il traguardo - ha detto Cota - attraverso il consorzio di più medici di famiglia in singoli studi, in modo che possa essere assicurata all'utenza la continuità del servizio dal mattino alla sera dal lunedì al venerdì. E' un progetto - ha concluso - su cui ci impegniamo a lavorare fin da subito''.
Dalla Lombardia e dalla Toscana, invece, arriva il percorso di continuità per malattie croniche in cui i pazienti vengono seguiti e curati sul territorio e non più soltanto in ospedale. Fazio cita le due regioni come esempio: “In Toscana - ha esemplificato Fazio -, c'è un sistema per cui nella retribuzione dei medici di base è previsto anche un percorso assistenziale per questi pazienti, mentre la Lombardia ha fatto dei bandi per dei provider anche privati che prendano in carico il percorso assistenziale di malati di Parkinson. Dunque ''con i meccanismi che le regioni preferiscono - ha concluso il ministro - l'obiettivo è garantire la continuità assistenziale dei pazienti. Mi auguro che altre Regioni seguano tali esempi''. Tra l’altro gli italiani preferiscono ricevere a casa l’assistenza necessaria e non in un ospedale, come rivela il rapporto realizzato dall'Osservatorio sulle Cure a Casa della Fondazione Istud, in collaborazione con la Confederazione delle associazioni regionali di distretto (Card) e Cittadinanzattiva. All'indagine hanno partecipato più di duecento cittadini e i distretti sanitari di 15 Regioni, soprattutto del Centro Italia. Circa il 93% dei distretti interpellati dichiara di fornire assistenza domiciliare integrata, l'87% assicura dimissioni “protette” al paziente, cioè la continuità dell'assistenza gratuita dopo la fase acuta curata in ospedale e, nei distretti più virtuosi, uno su tre, si forniscono anche prestazioni complesse: dalle cure palliative in fase di fine vita all'assistenza ai malati oncologici e a chi ha una disabilità motoria o neurologica. “La casa rimane il luogo ideale in cui ricevere trattamenti medici, terapie o cure di riabilitazione da personale qualificato — riferisce Maria Giulia Marini, direttore dell'area sanità della Fondazione Istud —.
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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