Un gruppo di ricercatori italiani ha messo a punto e utilizzato un test genetico che potrebbe aiutare a indirizzare con più accuratezza le cure farmacologiche dopo l'intervento chirurgico di asportazione del tumore al polmone.
Lo studio è stato presentato a Ginevra al congresso della società europea di oncologia medica da Guido Natoli, oncologo all'ospedale S. Andrea dell'Università La Sapienza di Roma. I tre geni inclusi nel test molecolare sono il gene LCK che è un indicatore di attività immunitaria anticancro, il DUSP-6 che regola un segnale molecolare per la diffusione del tumore e l'ERCC1 che è un marker di andamento della malattia. Il test, ha spiegato Natoli, si applica per tumori al polmone (non microcitomi) e va a ricercare la presenza contemporanea di tre firme genetiche che possono dare informazioni non solo per una maggiore probabilità di ricaduta della malattia ma anche ad una eventuale maggiore o minore sensibilità ad alcuni trattamenti farmacologici.
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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