Si torna a parlare di prescrizioni farmaceutiche “a pagamento”. Questa volta tocca a Verona, dove una troupe di Striscia la Notizia ha scoperto che grazie a ricette “pilotate” il medico può avere a fine anno un premio di produzione che può raggiungere anche i 13.500 euro. Un sospetto, è bene precisarlo, che scaturisce dal progetto Arpa, ovvero l’accordo siglato tra le Asl venete ed i medici di medicina generale per incentivare la prescrizione di farmaci a brevetto scaduto al fine di ottenere risparmi sui bilanci delle stesse Aziende sanitarie.
Il dubbio sorge sulla possibilità che il medico di base possa essere influenzato nel prescrivere un determinato farmaco piuttosto che un altro pur di ottenere il premio. Secondo quanto riportato dalla stampa locale, il direttore generale dell’Ulss 20, Maria Giuseppina Bonavina, ha chiarito che “l’iniziativa di incentivare l'utilizzo dei farmaci a brevetto scaduto non è locale, un'esclusiva delle tre Ulss della provincia veronese, ma dell'Aifa, l'Agenzia nazionale per il farmaco e del ministero della Salute”. Il direttore generale ha anche voluto sottolineare come i farmaci equivalenti e a brevetto scaduto abbiano lo stesso principio attivo di quello ‘griffato’, la stessa efficacia comprovata, per cui definisce la scelta di prescriverli come “eticamente corretta, tanto più in un momento di crisi”. Anche la Fimmg non ci sta e tramite il segretario provinciale, Lorenzo Adami, replica “Morello di Striscia la Notizia mi ha intervistato - dice il medico, - ma ha ritenuto di non mandare in onda ciò che ho detto. Quel servizio è una sceneggiata napoletana, in cui si dà per certo che il comparaggio sia una pratica diffusa fra i medici veronesi”. E aggiunge Adami: “Il servizio, soprattutto, fa passare un messaggio falso, fuorviante e pericoloso.
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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