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Convegno 3 / L'Entecavir è la soluzione per le epatiti B

Medicina Generale Redazione DottNet | 31/07/2008 16:20

Se ne parla poco rispetto all'epatite C, perchè il numero dei casi in Italia è meno di un terzo rispetto ad essa, ma l'epatite B è molto più aggressiva tanto che dal 15 al 25% dei pazienti cronici è destinato a morire a causa di cirrosi e tumori.

Nell'affermarlo, però, il professor Alfredo Alberti (Università di Padova), non tralascia di mettere l'accento sul fatto che un antivirale di nuova generazione, entecavir, offre per la prima volta importanti garanzie di cure vincenti.
Professore, qual è il grado di efficacia dell’Entecavir?
E’ tuttora molto improbabile guarire completamente dall' epatite B (mentre non è così per l'epatite C n.d.r.). Ma un lavoro presentato il mese scorso a Seul, al congresso asiatico sullo studio del fegato, dimostra che Entecavir è in grado di alzare un'alta barriera genetica contro il virus, il quale dovrebbe mutare più volte per potergli sfuggire.
In Italia, riportano gli esperti, si effettuano più di mille trapianti di fegato l'anno (5 mila il totale in Europa) e la sopravvivenza dopo l'intervento è del 95% a un anno dal trapianto, del 70% a 5 anni, e del 65% a 10 anni.

La più grande indicazione al trapianto è l'infezione con il virus dell'epatite C ''che in Italia è il problema predominante - dice Antonio Craxi, epatologo dell'Università di Palermo - dato che almeno l'80% delle malattie croniche del fegato è dovuto a questa epatite. Le terapie ci consentono di guarire circa il 50% dei pazienti trattati, ma c'è ancora una quota elevata di malati che non risponde alle cure - conclude - Da una parte dobbiamo allora ottimizzare i farmaci che già abbiamo, e dall'altra dobbiamo cercare nuove soluzioni efficaci''.
 

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