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Convegno 1. / Veronesi, fra 10 anni sconfitto il tumore al seno

Medicina Generale Redazione DottNet | 31/07/2008 16:22

''Grazie alla diagnosi precoce, la scienza si aspetta che nei prossimi 10 anni il 'peso' fisico, psicologico e sociale del tumore del seno si ridurrà fino a raggiungere valori minimi e si arriverà alla guaribilità pressochè totale dei casi''.

Così Umberto Veronesi, nel giorno in cui l'Istituto Europeo di Oncologia comunica i risultati di un anno di ricerca. Manifestazione che quest' anno vede la presenza di oltre mille donne operate, invitate dall'IEO a parlare del decorso postoperatorio e del rientro nella loro vita affettiva, familiare e lavorativa. ''L'aumento costante della guaribilità negli ultimi anni - ha precisato Veronesi, oggi senatore del Pd - dimostra che, se il tumore è diagnosticato a dimensioni impalpabili, l'iter terapeutico si può risolvere in 24 ore: intervento chirurgico mininvasivo, prelievo ed esame del linfonodo sentinella, radioterapia intraoperatoria conclusiva''. Tutte tappe, ha ancora osservato l'oncologo, a cui la ricerca dello IEO ha dato un contributo fondamentale. Fra tutte, il fiore all' occhiello è proprio la scoperta del linfonodo sentinella che, a 10 anni di distanza dal primo studio e con 15.

000 pazienti trattate, ha confermato la sua efficacia in modo definitivo e anche nel lungo termine. ''Nessuna donna - ha detto Veronesi - dovrebbe accettare di farsi operare al seno in un ospedale che non le proponga l'esame del linfonodo sentinella''. Per Veronesi questa dell'IEO-day ''è una giornata storica, perchè è la prima volta - ha precisato - che un ospedale in Italia richiama i malati. Una volta dimessi - ha spiegato -, i pazienti soffrono di 'sindrome dell'abbandono': mentre durante la degenza sono curati e coccolati, quando se ne vanno ci si dimentica di loro. Invece c'è un bisogno di dialogare con i nostri malati, anche per renderci conto di come si sono reinseriti nella vita attiva. Per questo ogni anno li richiameremo: loro potranno dirci la loro opinione su come sono stati trattati da noi, e noi potremo dire loro che cosa stiamo facendo per curare meglio la malattia''.

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