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Artrite reumatoide, con le nuove cure 52 settimane senza dolore

Reumatologia Redazione DottNet | 22/11/2018 14:15

Lo rivela uno studio basato su un questionario elettronico somministrato a pazienti affetti da artrite reumatoide attiva

Riduzione del dolore evidente già dalla prima settimana, miglioramenti significativi della funzionalità fisica, articolare e possibilità di ripresa delle attività quotidiane con risultati mantenuti, in taluni casi anche fino alla 52 settimana, un 'guadagno' in qualità di vita e un 'risparmio' in termini di stanchezza e sofferenza generalizzata a cominciare dalla quarta settimana e perdurante nel tempo. Sono questi i risultati emersi da uno studio basato su un questionario elettronico - somministrato a pazienti affetti da artrite reumatoide attiva.

I dati sono stati presentati al 55esimo congresso nazionale della Società Italiana di Reumatologia e riguardano baricitinib, molecola della Lilly per il trattamento dell'artrite reumatoide 'attiva' sui fattori che inducono l'infiammazione, anche in casi refrattari o con risposta inadeguata ad altri trattamenti. Già disponibile anche in Italia, rappresenta una opzione terapeutica per i 400 mila pazienti, in prevalenza donne di età compresa fra i 40-60 anni, limitati nella quotidianità dalle conseguenze della malattia quali ad esempio rigidità articolare, elevato dolore, stanchezza generalizzata. Baricitinib ha evidenziato in uno studio testa a testa con una molecola attiva, la sua superiore efficacia in oltre il 70% dei pazienti secondo i criteri ACR20 "L'introduzione e l'efficacia testata di questa molecola - esordisce Luigi Sinigaglia, direttore dell'Unità Operativa Complessa di Reumatologia dell'ASST Centro Specialistico Ortopedico Traumatologico Gaetano Pini CTO di Milano - apre nuovi orizzonti terapeutici nel trattamento del paziente con artrite reumatoide. Una patologia tra le più severe fra le malattie osteoarticolari in termini di danno strutturale delle articolazioni e dell'osso subcondrale, ma anche di complicanze extra-articolari e di comorbidità che generano un impoverimento della qualità della vita e una riduzione della spettanza di vita. Studi scientifici recenti dimostrano la superiorità di Baricitinib rispetto a un farmaco biologico nel controllo e riduzione del dolore e nel recupero della funzionalità articolare già a partire dalle prime settimane di trattamento con mantenimento dei risultati a lungo termine fino a 52 settimane dall'inizio della somministrazione".

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"Baricitinib è un nuovo farmaco per la terapia dell'artrite reumatoide - aggiunge Marcello Govoni, direttore dell'Unità Operativa Complessa di Reumatologia dell'Azienda Ospedaliero Universitaria S. Anna di Ferrara - che agisce inibendo l'attività di alcune molecole intracellulari (Jak1 e Jak2), indispensabili per la trasmissione del segnale di citochine pro-infiammatorie. Ovvero riducendo, in tal modo, l'attività di malattia e rallentando la progressione del danno articolare''.

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