'Come puo' essere autorevole ed efficace un medico che raccomanda al suo paziente di non fumare quando egli stesso ha sul tavolo un pacchetto di sigarette?': Silvio Garattini, Direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche 'Mario Negri' torna a ribadire il suo completo accordo con la decisione presa negli Stati Uniti di non assumere negli ospedali medici che hanno la cattiva abitudine di fumare.
E spiega: 'I medici sono considerati i depositari delle conoscenze sulla salute e sulle malattie: se loro fumano, vuol dire che i danni non sono poi cosi' importanti'.
'Si e' parlato di crociata contro i fumatori di attentato alla liberta' individuale, di estremismo americano - aggiunge -. Ma se si vuole entrare nel merito non vi e' dubbio che si tratti di una presa di posizione perfettamente razionale. Si deve ricordare che, per quanto lecito, il tabacco e' una droga e non delle piu' 'leggere'. Induce dipendenza ed e' responsabile non solo dell'induzione del tumore del polmone su cui si appuntano normalmente le paure dei fumatori, ma anche di altri tipi di tumore come ad esempio quelli delle vie digestive, del pancreas e della vescica. Solo in Italia il tabacco e' responsabile di oltre 70.000 morti all'anno.
Non solo, ma spesso si dimentica l'impatto che ha il fumo sul sistema cardiovascolare dove aumenta il rischio di infarto cardiaco e di ictus cerebrale.
Testa: "Siamo noi che con le prescrizioni emesse sovente aggiorniamo il FSE automaticamente, mentre ci troviamo sistematicamente a subire le prescrizione di colleghi ospedalieri svogliati, per usare un eufemismo”
In media tre ricoveri su 10 si sarebbero potuti evitare con una migliore presa in carico dei pazienti: il 20% dei medici di base aggiorna il fascicolo sanitario elettronico ed i consulti con i medici ospedalieri sono rari
"Abbiamo apprezzato molto anche l’apertura mostrata rispetto al dialogo tra medicina generale e l’ambito della farmacologia clinica"
Scotti: “Pronti ad espandere le esperienze di presa in carico dei pazienti cronici”
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