L'obiettivo e' arrivare ad una cura definitiva contro il diabete, 'epidemia' che colpisce nel mondo 366 milioni di persone. E se, da un lato, e' d'obbligo non creare false speranze nei pazienti, dall'altro e' innegabile che negli ultimi 5 anni sono stati fatti passi avanti notevoli in questa direzione. Lo afferma con convinzione Camillo Ricordi, direttore del Diabetes Research Institute di Miami e uno dei massimi esperti mondiali nella tecnica innovativa del trapianto di cellule pancreatiche, approccio decisivo, afferma, per arrivare in un prossimo futuro ad una terapia che sia in grado di sconfiggere il diabete ''alla radice''.
Uno scenario disegnato da Ricordi in occasione del Congresso internazionale sul diabete Aidpit-Epita, nel quale ha anche annunciato l'avvio nel 2012 in Usa del primo test su uomo con l'utilizzo di cellule staminali embrionali per la cura del diabete. La tecnica ideata da Ricordi parte da un'idea 'semplice': la malattia e' determinata dalla distruzione delle cellule pancreatiche (isole) che producono insulina per una anomala reazione del sistema immunitario, o dall'incapacita' dell'organismo di rispondere agli stimoli dell'insulina. La terapia e' allora quella di somministrare insulina dall'esterno o, nei casi gravi, di ricorrere al trapianto di pancreas. L'approccio di Ricordi punta invece a trapiantare nel fegato del paziente le isole pancreatiche prelevate da donatore che, 'ingegnerizzando' il fegato, insegnano all'organo a produrre insulina.
Si tratta di un nuovo farmaco per conservare la funzione beta internazionale: è la ricerca Fabulinus, e quello del pediatrico fiorentino è l'unico centro italiano attivo coinvolto
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In Italia, secondo le proiezioni Istat, se proseguisse il trend in crescita degli ultimi decenni, nel 2040 il dieci per cento della popolazione avrà il diabete
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