Dopo le polemiche sull'ipotizzato taglio di competenza dei pediatri sui bambini di età superiore ai 6 anni, sono le cronicità a rischiare di essere convogliate verso medicina generale. ''Una ipotesi, contenuta nel documento tecnico delle Regioni presentato nei giorni scorsi, che porterebbe a più ospedalizzazioni improprie dei diabetici - come denunciato dal presidente dell'Associazione medici diabetologi (Amd) Carlo Giorda - e a ticket per i presidi dei diabetici e strisce di insulina. E' regredire''.
E accanto ai diabetologi tornano alla carica, come detto, i pediatri: ''Esiste una linea di pensiero di alcuni tecnici della sanità regionale che punta a sfaldare e snaturare dissennatamente la grande esperienza assistenziale della pediatria italiana. E' una strategia che punta a distruggere il Servizio Sanitario Nazionale e a decapitare la pediatria''. E' quanto afferma Giuseppe Mele, presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp) in una lettera-esposto inviata al ministro della Salute Renato Balduzzi. Nella lettera la Fimp ripercorre lo sconcerto emerso all'indomani della diffusione del testo del documento 'incriminato' sottolineando che ''i pediatri italiani sono parte integrante di un Servizio sanitario che opera con efficacia a tutela della salute dei cittadini''. ''Per dialogare seriamente del problema della carente presenza pediatrica sul territorio - scrive Mele - vorremmo poterla incontrare, per presentarle ipotesi reali, affidabili ed efficaci che riguardano scuole di specialità e copertura territoriale dell'assistenza, proposte frutto di anni di lavoro, di analisi, di concertazione, di dialogo scientifico internazionale''.
L’importanza dei centri di diabetologia
Il progressivo miglioramento in cinque anni della qualità delle cura per le persone col diabete, documentato per il periodo 2005-2009 su un campione di 425mila pazienti dalla sesta edizione degli Annali Amd 2011 presentato a Roma dall'Associazione Medici Diabetologi, dimostra come ''il sistema di controllo nei centri di diabetologia sia fondamentale'', e che per il diabete ''la prima cura è misurarsi'', afferma il presidente Amd Carlo Giorda, nel sottolineare come ''almeno qui, lo spread italiano tra teoria, le linee guida cioè, e pratica si riduce''. Gli Annali 2011 Amd analizzano i dati di circa un sesto degli italiani con diabete, tracciando una immagine significativa sul diabete di tipo 2. In sintesi, precisa il coordinatore degli annali Amd Giacomo Vespasiani, si registra una riduzione dei valori della pressione e del colesterolo Ldl 'cattivo', in corrispondenza a un maggior impiego di farmaci antipertensivi e anticolesterolo: un primo indicatore di una migliorata cura della persona con diabete nel complesso, non solo della cura della sua glicemia", precisa Vespasiani. Che aggiunge: "I valori medi dell'emoglobina glicosilata si sono mantenuti costanti, ma con una riduzione delle persone curate solo con la dieta e un aumento di quelle trattate con insulina. In altre parole, si è mantenuto lo stesso livello di controllo a fronte della cura di situazioni verosimilmente più serie. In particolare tra i farmaci è cresciuto l'uso della metoformina e questo significa che la cura rientra nelle Linee Guida, sono raddoppiati i soggetti trattati con ipolipemilizzanti, il 19% nel 2005 e il 37% nel 2009, dove a trainare sono le statine. E tra le statine, i due farmaci che insieme valgono il 60% del mercato stanno per diventare generici. ''Trattate quindi più persone sul controlli lipidico, in maniera più intensiva e con maggiore efficacia. Sulla pressione invece c'è stato un miglioramento, +29% le persone con diabete con pressione arteriosa nella norma, ma il 57% mostra ancora valori troppo alti, siamo ancora lontani dal target'' osserva Vespasiani.
La pandemia di diabete
"Auspichiamo che le autorità di governo della sanità del nostro Paese vogliamo utilizzare gli Annali Amd per riflettere sulle misure da adottare per affrontare la pandemia diabete, che rischia di appesantire ulteriormente il fardello del nostro sistema sanitario", conclude Giorda.
I sindacati
Protestano i sindacati contro la norma sul generico contenuta nel Decreto "Cresci Italia", quella sull'autonomia delle casse di previdenza dei professionisti prevista nel Decreto "Salva Italia", la bozza di riordino delle Cure primarie, che limita l'assistenza del pediatra di libera scelta a bambini fino a sei anni. "E' un modo di legiferare senza alcun confronto con chi opera in prima linea nei servizi sanitari", dice Salvo Calì, segretario generale Smi, che aggiunge: "Confermiamo il percorso comune con gli altri sindacati e con tutte le altre professioni per contrastare questi provvedimenti, senza fughe in solitario come la proclamazione dello sciopero. Il primo appuntamento è la manifestazione dell'1 marzo a Roma con tutti i liberi professionisti, ma seguiranno altre iniziative su tutto il territorio nazionale". Anche lo Snami si schiera contro i provvedimenti: "Uno sciopero autentico, tosto e storico" incalza Angelo Testa, presidente Snami, che lancia anche l'appello per ridefinire il codice di autoregolamentazione dello sciopero. E a non andare giù al sindacato autonomo è soprattutto "un lavoro, per il medici di medicina generale, sempre più da burocrati" fatto di "ricetta elettronica, patient summary e trasmissione obbligatoria di flussi informativi", per di più "con un numero di accessi in studio triplicati, rispetto a dieci anni fa, a parità di compensi".
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