Il battito del cuore nell'immaginario collettivo e' il segno della vita, ma in realta' non e' indispensabile. Lo hanno dimostrato due medici del Texas Hearth Institute, che lo scorso marzo hanno fatto sopravvivere un uomo per un mese con un dispositivo che funziona in continuo, ovvero un cuore artificiale 'senza battito'. La storia, risalente allo scorso marzo, ora e' in un cortometraggio del regista Jeremiah Zagar. Il primo uomo a ricevere questo tipo di cuore si chiama Craig Lewis, ha 55 anni ed e' affetto da amiloidosi, una malattia che colpisce diversi organi.
Il prototipo che gli e' stato impiantato e' frutto di 8 anni di ricerca, ed e' stato testato prima su alcuni vitelli. Il sistema e' formato da due pompe centrifughe che garantiscono il movimento del sangue senza fermarsi: "Se si appoggia lo stetoscopio sul petto non si sente il battito, ma solo un ronzio - spiegano Billy Cohn e Bud Frazier - e se si cercano le pulsazioni non si trovano e l'ecg risulta piatto. Ma questo tipo di dispositivo dura piu' a lungo e da' meno problemi, perche' e' molto piu' semplice".
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
Abbott annuncia la disponibilità in Italia di AVEIR™ DR, il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo per trattare le persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Eseguiti già i primi impianti in Italia
Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
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