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Deficit di vitamina D implicazioni cardiovascolari in pazienti affetti da patologia renale cronica

Nutrizione marilena de rienzo | 22/02/2012 17:46

Nei pazienti con malattia renale cronica la vitamina D non riduce le dimensioni del ventricolo sinistro e non migliora la disfunzione diastolica. Come spiegato da un gruppo di scienziati in un articolo recentemente pubblicato su Journal of the American Medical Association, i pazienti affetti da patologia renale cronica presentano spesso un deficit di vitamina D e secondo alcuni studi questo potrebbe essere causa di rischio cardiovascolare.
 

Nello studio sono stati considerati 227 pazienti con malattia renale cronica e ipertrofia del ventricolo sinistro, a ricevere paracalcitolo, forma attiva della vitamina D, o placebo per un periodo di 48 settimane. Quasi tutti i pazienti erano affetti da ipertensione, anche se adeguatamente controllata. Dopo 48 settimane di terapia, il cambiamento della massa del ventricolo sinistro era simile tra i pazienti trattati con paracalcitolo e i controlli (0,34 g/m2,7 vs  -0,07 g/m2,7, P=0,06). Inoltre, durante lo studio e non sono state osservate differenze tra i due gruppi nella velocità di rilasciamento tissutale precoce proto diastolico, nel volume ventricolare sinistro durante la diastole o la sistole, nella frazione di eiezione ventricolare e nel volume della placca aortica.


L’80% dei pazienti tarttati con vitamina D ha riportato eventi avversi, rispetto al 78% dei controlli. Il 21% dei partecipanti nel gruppo vitamina D hanno presentato ipercalcemia, rispetto al 5% dei controlli. Eventi avversi gravi sono stati osservati in più del 17% dei pazienti di entrambi i gruppi ma nessuno era dovuto alla terapia.
Thadhani R, et al "Vitamin D therapy and cardiac structure and function in patients with chronic kidney disease: the PRIMO randomized controlled trial" JAMA 2012; 307: 674-684

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