Bassi livelli di vitamina D sembrano collegati allo sviluppo di depressione. I risultati sono stati ottenuti da 12.600 soggetti in un periodo di tempo compreso tra il 2006 e il 2010. Livelli plasmatici elevati di vitamina D comportano una riduzione del rischio di depressione. Livelli ridotti sono invece associati allo sviluppo di sintomi depressivi, specialmente nei soggetti con storia pregressa predisposizione alla patologia.
Il meccanismo d’azione non è ancora noto ma le ipotesi riguardano la possibilità che la vitamina agisca interagendo con neurotrasmettitori, marker infiammatori o su altri fattori che potrebbero spiegare la relazione con la patologia depressiva. Lo screening dei livelli di vitamina D effettuato allo scopo di poter valutare e predire patologie come osteoporosi, malattie autoimmuni, malattie vascolari o cardiache, infezioni, obesità, diabete, alcuni tipi di tumore, Alzheimer e Parkinson, sclerosi multipla e declino cognitivo generale, alla luce dei risultati di questo studio vanno valutati con particolare importanza anche nei soggetti con predisposizione alla depressione nei quali potrebbe essere utile un apporto di integratori a base di vitamina D.
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