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Dalla Repubblica: Una passeggiata di un´ora nuova ricetta contro il diabete

Diabetologia Redazione DottNet | 25/10/2008 13:01

Un diabetico su cinque può guarire e tornare a mangiare come prima. Basta un po´ di attività fisica un´ora al giorno per cinque giorni a settimana. Lo annuncia Pierpaolo De Feo, professore di endocrinologia dell´università di Perugia, che ha illustrato la sua ricetta, frutto di una ricerca su 268 pazienti con diabete di tipo «adulto», al congresso internazionale sui fattori di rischio cardiovascolare in corso a Venezia, organizzato dalla Fondazione Giovanni Lorenzini.
 

Per innescare la reazione dell´organismo va bene camminare, pedalare o nuotare, senza eccedere nello sforzo. «A due anni dall´inizio dell´attività fisica - spiega De Feo - colesterolo, glicemia, pressione e tutti gli altri parametri metabolici tipici del diabete, e che sono anche i maggiori fattori di rischio per infarto ed ictus, tornano normali nel 100% dei soggetti obesi o in sovrappeso destinati al diabete, nel 60% dei soggetti con pre-diabete e nel 20% di quelli con diabete che hanno potuto interrompere qualunque terapia farmacologica. Un altro 25% di diabetici butta via le siringhe di insulina e torna alle pillole, mentre nel restante 55% per cento si è ridotta sensibilmente la somministrazione dei farmaci. Per tutti poi è la fine della dieta ristretta. L´attività fisica richiede più calorie e quindi a tavola si deve mangiare, ovviamente senza esagerare, e rispettando i criteri dell´alimentazione sana con pochi grassi e zuccheri semplici e molte verdure».


Il «miracolo» si ha grazie al muscolo. Il motore del corpo umano è un «bi-fuel», funziona con due carburanti, i grassi e gli zuccheri. Se è inattivo, mantiene intatta la sua scorta di carburante, formata per lo più da grassi. Quando lo zucchero in circolo aumenta con la digestione trova l´accesso sbarrato al muscolo. E il suo livello nel sangue, che si misura con la glicemia, rimane elevato a lungo, innescando tutta quella serie di eventi metabolici caratteristici del diabete che accelerano lo sviluppo dell´arteriosclerosi e l´arrivo di un infarto o un ictus. Ma se il muscolo viene tenuto in attività, perde le riserve di grassi e assorbe lo zucchero messo in circolo dai pasti. Così la glicemia cala senza farmaci. Il sistema a doppia alimentazione del muscolo spiega anche perché la sedentarietà, aggravata da una alimentazione eccessiva, porta negli anni a diventare diabetici.

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«Il consumo dei grassi di riserva diventa sensibile dopo 20 minuti di attività fisica e solo di tipo leggero - precisa De Feo - ecco perché si vedono i primi benefici già con almeno 30 minuti al giorno di cammino. Ma ci vuole almeno un´ora al giorno per avere guarigioni e miglioramenti nei diabetici. O per riportare alla normalità i fattori di rischio cardiovascolare che accompagnano il tipico adulto sovrappeso e sedentario».
Esemplare in aumento sia nel sesso maschile che femminile e che continua a dare alle malattie cardiovascolari, nonostante una lieve flessione negli ultimi anni, il primato della mortalità, essendo il 44% di tutti i decessi causati da infarto o ictus. E il primato nella spesa sanitaria: solo per i farmaci, le malattie cardiovascolari assorbono l´1,4 per cento del Pil, poco meno del doppio di quanto destinato alla ricerca scientifica.
Novità dal convegno anche sull´influenza. «È noto che nel corso delle epidemie influenzali aumentano i decessi per infarto negli anziani - ha detto Mohammad Madjid, del Texas Heart Institute di Houston, Texas -sinora era stato attribuito solo al fatto che lo stato influenzale favorisce condizioni che possono far precipitare un sistema cardiovascolare già compromesso. Ma abbiamo dimostrato in animali di laboratorio ammalati di arteriosclerosi che i virus influenzali si installano anche all´interno delle placche, provocandone l´infiammazione e la rottura, evento alla base dell´infarto».
Infine la discesa in campo delle agevolazioni fiscali per prevenire le malattie cardiovascolari. Impressionata dal dilagare dell´obesità infantile, la California ora nega le licenze per l´apertura di nuovi fast food nelle aree urbane ad alta incidenza obesità e concede invece agevolazioni fiscali ai ristoranti che servono cibo salutare.
 

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