Dalle cellule staminali adulte arriva una nuova speranza di cura per la sclerosi multipla (Sm), malattia autoimmune che colpisce il sistema nervoso centrale e, solo in Italia, conta oltre 65mila malati. Partira' infatti la prossima settimana, con l'arruolamento dei pazienti, la sperimentazione clinica sull'uomo basata sull'utilizzo di cellule staminali mesenchimali adulte contro la Sm. L'annuncio arriva dal responsabile del Centro sclerosi multipla dell'Università di Genova, Antonio Uccelli, in occasione del congresso promosso dall'Associazione italiana sclerosi multipla per celebrare la Giornata mondiale della Sm.Lo studio clinico, denominato Mesems - il piu' ampio mai effettuato con staminali su pazienti con Sm - coinvolge Italia, Spagna, Francia, Gran Bretagna, Danimarca, Svezia e Canada, con l'Italia capofila nel ruolo di coordinatore.
La ricerca, per la parte italiana e parte dello studio internazionale, è finanziata dalla Fondazione italiana sclerosi multipla (Fism). Lo studio di fase II, che durera' circa un anno, sara' effettuato su 160 pazienti, di cui una trentina in Italia. Nel nostro Paese i centri coinvolti sono l'Universita' di Genova, l'Ospedale S.Raffaele di Milano, l'Ospedale di Verona e gli ospedali riuniti di Bergamo, nei cui laboratori si espanderanno le staminali da utilizzare nei test in Italia. I primi risultati sono attesi per l'inizio del 2015.Obiettivo dei test clinici è dimostrare che le cellule staminali - così come già dimostrato nei topi di laboratorio - sono in grado nell'uomo di "spegnere" l'infiammazione dovuta alla Sm e di riparare i tessuti danneggiati.
Scoperti nuovi fattori di rischio: il colesterolo "cattivo" nella mezza età e la perdita della vista non trattata in età avanzata
Perdita di autonomia, stigma sociale e peso economico i principali timori
Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione
All’A.O.U. Luigi Vanvitelli una nuova tecnologia cambierà la vita di migliaia di pazienti
Scoperti nuovi fattori di rischio: il colesterolo "cattivo" nella mezza età e la perdita della vista non trattata in età avanzata
Perdita di autonomia, stigma sociale e peso economico i principali timori
Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione
All’A.O.U. Luigi Vanvitelli una nuova tecnologia cambierà la vita di migliaia di pazienti
Commenti