I pazienti possonoscegliere di integrare il loro regime farmacologico con supplementi alimentari in molte forme, tra le quali vitamina e / o miscele di minerali, ma i supplementi più popolari comprendono prodotti naturali, cioè, fonti vegetali o botaniche.
Purtroppo, esiste una considerevole controversia riguardo l'efficacia di questi prodotti, in particolare per quanto riguarda i fattori fisiopatologici legati al trattamento dei pazienti con diabete di tipo 2. La polemica esiste perché i dati di efficacia riportati per molti dei prodotti naturali sono solo sotto forma di studi non controllati e privi di resoconti aneddotici. In considerazione della scarsità di dati coerenti e riproducibili non è possibile formulare raccomandazioni concrete in soggetti con diabete di tipo 2 dal momento che non si possiedono neanche precise conoscenze riguardo al meccanismo d’azione per la maggior parte dei prodotti contenenti ingredienti botanici e sono ancora in corso diversi studi per valutare come questi possano agire per ridurre i livelli di glucosio nel sangue.
Bibliografia: Cefalu WT, Stephens JM, Ribnicky DM. Diabetes and Herbal (Botanical) Medicine. Herbal Medicine: Biomolecular and Clinical Aspects. 2nd edition. Boca Raton (FL): CRC Press; 2011. Chapter
La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight
I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D
Lo rivela uno studio effettuato su 1771 studenti di 48 scuole elementari pubbliche di Madrid
La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno
La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight
I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D
Lo rivela uno studio effettuato su 1771 studenti di 48 scuole elementari pubbliche di Madrid
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