Non tutte le staminali sono 'buone' per permettere al cuore di ripararsi da solo dopo un infarto. Le migliori sembrano alcune 'cellule bambine' presenti nel grasso umano: potrebbero essere utilizzate in uno studio sull'uomo già entro la fine del 2009. "Abbiamo visto che il semplice trapianto di staminali nel miocardio infartuato non basta: ci sono tipi di staminali più adatti ad aiutare il cuore a ripararsi da solo. Non si tratta delle cellule ematopoietiche utilizzate nei primi studi, ma piuttosto di quelle mesenchimali.
In particolare, abbiamo visto che nel grasso umano c'è una preziosa fonte di ottime cellule staminali mesenchimali, prelevabili con una semplice lipoaspirazione". Lo spiega Carlo Ventura, dell'Università di Bologna, a margine del Convegno del Consorzio Interuniversitario Inbb (Istituto nazionale di biostrutture e biosistemi), in corso a Roma.
"Serve un quantitativo di grasso limitato - aggiunge lo studioso - dunque il prelievo può essere fatto anche nei supermagri. Abbiamo visto da studi in vitro e sugli animali che queste staminali sono molto promettenti per aiutare il cuore a rigenerarsi, soprattutto se abbinate a una sorta di cocktail chimico capace di 'convincerle' a differenziarsi nel modo giusto.
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
Abbott annuncia la disponibilità in Italia di AVEIR™ DR, il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo per trattare le persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Eseguiti già i primi impianti in Italia
Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
Abbott annuncia la disponibilità in Italia di AVEIR™ DR, il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo per trattare le persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Eseguiti già i primi impianti in Italia
Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
Commenti