Dall'Associazione Medici Diabetologi (AMD) arriva la terapia su misura made in Italy, presentata al 48esimo Congresso europeo di diabetologia EASD inaugurato oggi. Presto sara' pubblica la versione dell'International Diabetes Federation (IDF) ispirata al documento italiano che attraverso un algoritmo calcola, sulla base dell'auto misurazione della glicemia come utilizzare al meglio i farmaci: per questi malati ce ne sono infatti ben 9 categorie e la definizione del migliore mix e' sempre piu' complessa.
''Non piu' una cura uguale per tutti sulla base della misurazione dell'emoglobina glicata, ma una terapia personalizzata, su misura per ogni singola persona con diabete'', ha detto Antonio Ceriello, Coordinatore del Gruppo AMD sulla Terapia Personalizzata e Presidente eletto AMD. ''Il principio e' semplice quanto rivoluzionario. Sono stati individuati 5 diversi profili di persona con diabete in base all'eta' e alla presenza o meno di complicanze. A ciascun profilo e' associato uno schema di terapia, a sua volta suddiviso in sottoschemi, a seconda dei fattori di rischio presenti. L'ultimo passaggio, quello che definisce la vera e propria terapia su misura, la cura ideale cucita addosso a ogni singola persona con diabete, e' basata sull'automonitoraggio della glicemia, cioe' la misurazione da compiersi a casa. Chiedendo al proprio assistito di effettuarla prima della visita di controllo, per qualche giorno in diversi momenti della giornata, prima e dopo i pasti, il diabetologo e' in grado di individuare quando la glicemia tenda ad andare piu' facilmente fuori controllo. Questo dato, quindi, consente di intervenire con l'associazione di farmaci piu' adeguata'', ha spiegato Ceriello.
La diabetologia europea premia la ricerca italiana: sara' Giuseppe Pugliese, professore associato di endocrinologia e metabolismo del Dipartimento di Clinica e Medicina Molecolare dell'Universita' La Sapienza di Roma a ricevere domani il Premio europeo Golgi assegnato al miglior ricercatore sulle complicanze del diabete. Il riconoscimento verra' assegnato nell'ambito del 48/mo Congresso europeo sullo studio del diabete e che vede per la quinta volta un italiano ricevere il riconoscimento istituito nell'86 dall'Associazione europea per lo studio del diabete. Le ricerche condotte da Pugliese, membro della Societa' italiana di diabetologia (Sid), hanno portato a identificare un recettore, la galektina-3, che ha un ruolo di protezione contro i danni ai tessuti nei malati di diabete. In 26 anni sono stati con Pugliese cinque gli italiani a ricevere il riconoscimento europeo.
Linee guida. Un malato di diabete in ogni famiglia: nel 2025 si conteranno nel mondo un miliardo di casi. Le previsioni di crescita si rincorrono e se solo pochi anni fa si pensava di raggiungere per quella data i 300 milioni di casi, ora gli esperti aggiornano i numeri: la cifra e' stata raggiunta gia' oggi e fra 13 anni, si calcola, si tocchera' l'impressionante risultato di un miliardo tondo. Il dato e' stato presentato nel corso del 48/mo congresso dell'Associazione europea degli studi sul diabete (Easd), dal presidente eletto dell'Associazione italiana di Diabetologia, Enzo Bonora. Negli anni Ottanta si contavano due milioni di malati di diabete, ora se ne stimano cinque milioni ma il 30% di questi non sa di averlo. E l'Unione europea ha rivolto agli Stati membri la richiesta di elaborare i piani nazionali per permettere di affrontare l'impatto della malattia sui servizi sanitari. Il documento arrivera' entro novembre, probabilmente proprio in occasione della giornata mondiale contro la malattia, che viene celebrata il 14 del mese. Oggi infatti l'assistenza e' profondamente diversa da regione a regione, con una giungla di ben 1500 leggi nazionali. Una legge del 1987 dava mandato alle Regioni di predisporre progetti-obiettivo - ha spiegato Stefano Del Prato, presidente della Societa' italiana diabetologia e vicepresidente dell'Easd - ma le Regioni hanno provveduto ad emanare leggi e delibere che solo in parte hanno raccolto le indicazioni del legislatore, determinando gravi differenze nei livelli di cura, con squilibri anche per gli stessi costi sostenuti dalle Regioni. Eppure, dove l'assistenza funziona meglio, i costi sono piu' contenuti, ha rivelato una ricerca italiana pubblicata su Diabetes Technology and Therapeutics che ha valutato gli effetti economici sui tagli sulle strisce per il controllo sulla glicemia. Confrontando le spese dei ricoveri in cinque Regioni italiane, lo studio ha dimostrato che il loro aumento supera notevolmente il risparmio ottenuto riducendo le strisce per il test della glicemia assegnate ad ogni malato. E nelle Regioni virtuose che forniscono ai diabetici strisce a sufficienza per l'auto-monitoraggio della glicemia si sono dimezzati i ricoveri e i giorni di degenza con risparmi molto consistenti. In media nel nostro paese ogni paziente utilizza circa 250 strisce all'anno; nelle otto Regioni che seguono le direttive delle linee guida dei diabetologi il quantitativo sale a circa 350. Nelle Regioni che non seguono le linee guida (nel 70% de casi si trovano al Sud) si erogano invece annualmente circa 200 strisce per paziente, ma i ricoveri raddoppiano. La tensione ora e' tutta rivolta al piano nazionale che conterra' indicazioni nella cura ma anche nella prevenzione, agli atti restano importanti esperienze gia' realizzate in alcune Regioni virtuose, dal Piemonte, all'Emilia Romagna, alla Toscana, che hanno gia' attuato anche in passato misure per indurre la popolazione a rischio ad un aumento dell'attivita' fisica.
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