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Iniezioni di ozono nella cura del mal di schiena

Medicina Fisica e Riabilitazione Michele De Girolamo | 05/11/2012 11:46

Il mal di schiena è una patologia la cui origine è legata a diversi fattori che possono interessare la sfera fisica, psicologica e sociale. Solo in Italia, soffrono di problemi alla schiena circa 15 milioni di persone, delle quali oltre due milioni in maniera cronica. Recenti studi hanno dimostrato che una singola iniezione di Ozono potrebbe alleviare il dolore alla schiena.

La ricerca dell'Università di Francoforte, presentata al meeting annuale della Radiological Society of North America, ha coinvolto 327 volontari affetti da problemi alla schiena da lungo tempo. Circa un terzo dei pazienti che hanno partecipato allo studio e a cui sono state fatte le iniezioni del gas ha dichiarato di provare meno dolore per i problemi al disco vertebrale. Di questi il 37% ha riferito di non avere alcun dolore sei mesi dopo l'iniezione del gas, un terzo dei pazienti, invece, ha segnalato episodi meno frequenti di mal di schiena, di solito una volta al giorno; il 22%, infine, non ha risentito di alcun miglioramento e il 7% ha dichiarato che la situazione è peggiorata.

L'ozono è un gas altamente reattivo che può essere utile o dannoso per la salute umana, infatti, da un lato protegge dalle radiazioni ultraviolette nocive del sole, ma dall’altro rappresenta un pericoloso inquinante atmosferico che danneggia le vie respiratorie.

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Negli ultimi anni, tuttavia, è stato analizzato il suo potenziale antidolorifico contro l'ernia del disco, un disturbo legato a infiammazione o danneggiamento dei dischi della colonna vertebrale. Normalmente essa viene curata con antidolorifici e fisioterapia, ma spesso e volentieri è necessario un intervento chirurgico. La terapia a base di ozono, quindi, potrebbe essere utile a evitare proprio questo.

Il gas, prima di essere utilizzato come trattamento, è mescolato con farmaci steroidei che aiutano a attenuare l'infiammazione e poi viene iniettato direttamente nel disco danneggiato con un anestetico locale, comportando una riduzione del danneggiamento dei dischi dal 2 al 15%.

 

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Bibliografia: Abstract - Radiological Society of North America

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