Un orizzonte cosi' forse non l'aveva immaginato nemmeno Isaac Asimov nei suoi romanzi di fantascienza. Fatto sta che alla chirurgia tradizionale per gli interventi alla prostata, quella cosiddetta a cielo aperto, si sta sempre piu' affiancando quella laparoscopica, con il laser e con i robot. Il motivo e' semplice e lo spiegano gli esperti: con queste tre tecniche, quando utilizzate nel modo corretto, si riducono i tempi di ricovero e soprattutto le conseguenze post operatorie. Ed e' proprio di questo che si discutera' venerdi' e sabato nel convegno 'Tecnologie urologiche avanzate' organizzato dal direttore di Urologia dell'ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, Giovanni Di Lauro.
All'incontro interverranno i principali urologi e chirurghi d'Europa che, in videoconferenza, faranno anche delle dimostrazioni in diretta di interventi con le tre diverse tecniche. Il tumore alla prostata e' inserito nella lista dei big killer, i grandi assassini. In Italia e' il piu' frequente dei carcinomi maschili ed e' il terzo per tasso di mortalita' con il 9% sul totale. Tra gli uomini di eta' superiore ai 50 anni, uno su 7 e' a rischio e ogni anno sono circa 43.000 i nuovi casi registrati. Secondo gli studiosi, nel 2030 potrebbero salire a 50.000 i nuovi casi. Solo in Campania sarebbero piu' di 2.000 i nuovi casi stimati per il 2012. ''Intervenendo con la chirurgia classica - spiega Di Lauro - si apre la pancia del paziente, si tagliavano i muscoli dell'addome per poi arrivare alla prostata. I decorso operatorio e' molto lungo, almeno 10 giorni, e dopo ci sono le ben note conseguenze di incontinenza e impotenza sessuale''. Le moderne soluzioni alternative garantiscono degli interventi meno invasivi e piu' precisi. Con il laser 'videoassistito', spiega Di Lauro, si interviene sull'ipertrofia prostatica benigna dall'uretra e non piu' dalla vescica. I tempi di ricovero si riducono a 24, massimo 48 ore, non c'e' sanguinamento e si riducono le fastidiose conseguenze postoperatorie della chirurgia a cielo aperto. Con la laparoscopia, spiega Di Lauro, si interviene invece in caso di tumore. La tecnica permette di operare senza tagli ma inserendo gli strumenti attraverso dei forellini. La visione video e' ottima, si asportano in maniera efficace vescicole seminali, prostata e linfonodi ed e' migliore la ricostruzione dell'uretra. Con questo intervento il paziente torna a casa in 3 giorni e anche in questo caso sono ridotte impotenza e incontinenza. Con la robotica, infine, l'operatore lavora direttamente a una consolle che permette un'enorme precisione e che corregge gli errori di manovra risparmiando i fasci nervosi e riducendo ulteriormente i problemi postoperatori. Ma al convegno si discutera' anche di aspetti di queste tecniche ancora considerati controversi. L'80% degli interventi di asportazione della prostata per patologie tumorali avviene ancora a cielo aperto. Per la chirurgia laparoscopica ci vuole grande esperienza e se non e' eseguita da personale esperto allunga il tempo di anestesia. La robotica, al contrario, e' abbastanza semplice da imparare, e' precisissima e puo' essere utilizzata anche da otorini, ginecologi, chirurghi generici. Il problema pero' e' il costo: per un robot Da Vinci bisogna spendere circa 1 milione e mezzo di euro piu' altri 100mila euro all'anno di spese.
Nuovo test Psa al Regina Elena. E' piu' accurato e specifico rispetto al test tradizionale, permette una diagnosi precoce ed e' in grado di 'predire' l'aggressivita' del cancro che si sta sviluppando: e' il nuovo esame diagnostico per il tumore alla prostata messo a punto all'Istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma.
Se ne parlerà sabato 14 settembre, sede idipharma di via G. Mameli 12 , Aci Bonaccorsi (Catania)
Carone: "La branca emergente dell’urologia funzionale incide fortemente sulla cura dell’incontinenza di cui soffrono circa 7 milioni di italiani"
Dagli urologi italiani un decalogo per affrontare al meglio la patologia
Verze: “L’Iperplasia Benigna della Prostata può essere considerata fra i problemi di salute che maggiormente interessano il maschio che invecchia, sia per la diffusione epidemiologica che per l’impatto sulla qualità di vita"
Se ne parlerà sabato 14 settembre, sede idipharma di via G. Mameli 12 , Aci Bonaccorsi (Catania)
Carone: "La branca emergente dell’urologia funzionale incide fortemente sulla cura dell’incontinenza di cui soffrono circa 7 milioni di italiani"
Dagli urologi italiani un decalogo per affrontare al meglio la patologia
Verze: “L’Iperplasia Benigna della Prostata può essere considerata fra i problemi di salute che maggiormente interessano il maschio che invecchia, sia per la diffusione epidemiologica che per l’impatto sulla qualità di vita"
Commenti