Associazione tra disturbi del panico (PD) e fibrillazione atriale (FA), questo l’obiettivo di uno studio condotto su un totale di 3.888 pazienti con disturbi del panico e in assenza di una diagnosi di fibrillazione. Durante i 7 anni di follow-up, 48 pazienti del gruppo di studio (1,2% dei pazienti con malattia di Parkinson) e 358 nel gruppo controllo ( 0,9% pazienti senza PD) hanno avuto diagnosi di fibrillazione.
I pazienti con malattia di Parkinson hanno mostrato un'incidenza significativamente più alta di fibrillazione atriale, l'età (HR = 1.07, 95% CI = 1,06-1,08), il sesso maschile (HR = 1.26 , 95% CI = 1,03-1,55), l’ipertensione (HR = 2,00, IC 95% = 1,55-2,56), la storia di malattia coronarica (HR = 1,45, IC 95% = 1,15-1,82), l’insufficienza cardiaca congestizia (HR = 2,46, IC 95%, 1,84-3,30), e le malattie delle valvole cardiache (HR = 2.83, 95% CI = 1,85-4,42) erano indipendentemente associati ad un aumentato rischio di fibrillazione.
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
Abbott annuncia la disponibilità in Italia di AVEIR™ DR, il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo per trattare le persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale. Eseguiti già i primi impianti in Italia
Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
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