Un recente studio che verrà presentato a San Diego in occasione dell'American Academy of Neurology ha recentemente dimostrato che i soggetti che assumono farmaci beta bloccanti nella terapia antipertensiva presentavano minori probabilità di sviluppare nel tempo patologie cerebrali come l'Alzheimer o altri tipi di demenza.
E’ stata condotta una ricerca su 774 pazienti, tra questi 610 in trattamento con farmaci contro la pressione sanguigna alta, il quindici per cento di questi ultimi solo con beta bloccanti, il 18 per cento con beta bloccanti in associazione e i rimanenti erano in terapia con altri farmaci anti-ipertensivi. Il confronto tra i vari gruppi di trattamento ha fornito risultati simili: in tutti i pazienti si è evidenziata una diminuita tendenza allo sviluppo di demenze senili rispetto al placebo. I pazienti sottoposti esclusivamente a farmaci beta bloccanti hanno mostrato il più basso profilo di alterazioni neuronali correlabili all'Alzheimer.
Scoperti nuovi fattori di rischio: il colesterolo "cattivo" nella mezza età e la perdita della vista non trattata in età avanzata
Perdita di autonomia, stigma sociale e peso economico i principali timori
Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione
All’A.O.U. Luigi Vanvitelli una nuova tecnologia cambierà la vita di migliaia di pazienti
Scoperti nuovi fattori di rischio: il colesterolo "cattivo" nella mezza età e la perdita della vista non trattata in età avanzata
Perdita di autonomia, stigma sociale e peso economico i principali timori
Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione
All’A.O.U. Luigi Vanvitelli una nuova tecnologia cambierà la vita di migliaia di pazienti
Commenti