La maggior parte dei disordini psichiatrici più comuni sono diffusi fra i carcerati, è questa la conclusione a cui sono arrivati alcuni studiosi americani.
Esaminando il rapporto tra carcere e disturbi mentali è emerso che i due fattori formano un forte connubio, e cioè che la detenzione porterebbe allo sviluppo di disordini legati all'umore, come la depressione. Per questo è utile stabilire un percorso di reintegrazione nella società al termine del periodo detentivo, per evitare importanti implicazioni che potrebbero scatenarsi dopo il rilascio. All’ incarcerazione sono legati anche alcuni disturbi dell'umore successivi al rilascio relativi alla sensazione di "caduta in basso", tra cui un disturbo depressivo maggiore, o addirittura un disturbo bipolare.
Medici e infermieri, su tutti, presentano un allarmante tasso di suicidio che corrisponde a 21 ogni 100mila abitanti, rispetto alla popolazione “normale”
"I bambini e le bambine che utilizzano strumenti tecnologici e interagiscono con gli schermi subiscono due danni: uno diretto, legato alla dipendenza e l'altro indiretto, perché l'interazione con gli schermi impedisce di vivere nella vita reale"
Rigon, "serve un tavolo nazionale per interventi di prevenzione"
Cambiato il loro modo di percepire il mondo e la società. Nuovi studi dimostrano modifiche anche a livello cerebrale
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